Che fine ha fatto Ryan Gorman, l’uomo che a 14 anni correva più forte di Bolt: “Era tutto tossico”
Chi si ricorda di Ryan Gorman? La risposta è quasi nessuno. Perché l'oggi il 27enne velocista britannico che nel 2013 salì alla ribalta dell'atletica mondiale per correre più veloce di Usain Bolt nei 200 metri, è sparito da tempo dalle cronache sportive. Invece di avere una carriera folgorante è stato dimenticato ai margini dell'atletica, dove non è più riuscito a ripetersi, a causa dei troppi infortuni: due strappi ai tendini delle ginocchia lo hanno condannato ad un prematuro ritiro dalle piste, spingendolo sul baratro della depressione. Oggi ha vinto la sua battaglia personale ed è ritornato a sentirsi utile nel mondo dello sport: "La mia esperienza mi permettere di insegnare agli altri cosa fare nei momenti difficili".
"E' il ragazzo più veloce al mondo". Questo è stato uno dei titoli che apparivano sui giornali e sui siti sportivi sul web: era il febbraio 2013 e Ryan Gorman aveva appena 14 anni e corse i 200 metri in 21,76 secondi ai Campionati indoor under 17 d' Inghilterra. Un tempo che lo rese cinque centesimi più veloce addirittura di Usain Bolt, più lento di lui in a quell'età. Un inizio a dir poco straordinario per cui si continuò a parlare per mesi di quel giovanissimo fenomeno della velocità: "Molte persone, molti allenatori, mi continuavano a dire, ‘Sei veloce'. Ma io non me ne ero reso conto, ero ignaro di quanto fossi davvero veloce. Poi sono passati circa due o tre giorni e moltissime persone si sono interessate parecchio di quanto ho fatto. Alla fine mi hanno detto" ha ricordato Ryan Gorman, "Sì, abbiamo verificato, sei effettivamente più veloce di Usain Bolt".
Per il giovane Gorman inizia la favola: "Pensavo, nella mia testa, ‘Non può essere vero. È lui l'uomo più veloce del mondo, dovrà pur avere qualche record pazzesco alla mia metà. Ma non era così". Le aspettative si sono alzate vertiginosamente e in brevissimo tempo: "Nel 2016, correvo costantemente sotto i 21 secondi" racconta, "Sapevo di essermi qualificato per i mondiali juniores, che sono andati alla grande. Ma sfortunatamente mi sono ammalato parecchio tra le batterie e la semifinale, quindi non ho corso particolarmente bene".
E' l'inizio della fine: "Volevo però migliorare e lavorare per qualcosa di più grande dei mondiali juniores: avevo fiducia in tutto quel processo" che si interruppe nel 2017: nel giro di pochi mesi Gorman si è strappato entrambi i tendini del ginocchio. "La seconda volta ero mentalmente più preparato ma mi ostinai per circa tre anni a cercare di tornare dove volevo. Ma la realtà era che non riuscivo proprio a superare il mio infortunio, mentalmente: correvo nel terrore di sentire che il mio tendine del ginocchio avrebbe prima o poi ceduto". I risultati così non arrivano e fino al 2022 l'atletica si trasforma in un vero e proprio calvario, fino alla decisione di ritirarsi definitivamente. "Non ascoltavo nessuno, poi mia madre e la mia fidanzata mi presero e mi obbligarono al confronto. Mi ostinavo a tornare ad altissimi livelli quando invece era un continuo fallimento. L'atletica non era più sana: per me era tutto tossico. Mi stavo facendo del male".
Per Ryan Gorman inizia il periodo più difficile della sua vita: anche se fisicamente sta bene, è mentalmente che è a terra e sull'orlo della depressione: "Ho provato a ritornare nello sport, a riciclarmi provando nel rugby. poi un nuovo infortunio: sempre ai tendini". E' il 2023 ed è l'ultimo tentativo di Gorman che con l'aiuto dei familiari inizia a risalire la china, prima come ragazzo e poi come atleta. Iniziando una nuova vita in cui ha deciso di ottimizzare il massimo dalle sue esperienze negative. "Adesso non gareggio in nessuno sport, né mi alleno per uno sport in quanto tale. Ma ho più di 10 anni d'esperienza, di corse, di allenamenti, di cardio, so com'è fatto il corpo umano: ho preso una laurea in terapia sportiva". Grazie alla quale oggi è un provetto mental coach: "Personalmente porto con me ancora la ferita e non so se la supererò mai. Ma di certo so che posso dare consigli e aiutare altri atleti nel momento degli infortuni e come superare i momenti difficili. Mi hanno contattato già diversi professionisti: so come aiutarli".