Cazzaniga voleva farsi ridare i soldi, ma la finta modella lo aveva gelato: “Se insisti ti denuncio”
Mentre Roberto Cazzaniga sta provando a ricostruirsi una vita dopo che il mondo gli è crollato addosso quando Le Iene lo hanno messo davanti alla cruda verità che la donna con cui credeva di essere fidanzato da 15 anni – una splendida modella brasiliana di nome Maya – in realtà esisteva solo nei suoi sogni, la macchina della giustizia ha cominciato a chiedere conto delle loro azioni alla finta modella ed all'amica comune che aveva fatto da gancio tra lei e il pallavolista. L'indagine della Procura di Monza è arrivata ad un primo momento importante: le due donne, Valeria Satta e Manuela Passero, rispettivamente la 39enne disoccupata di Cagliari – la cui voce suadente aveva ammaliato l'ex nazionale azzurro – e la 33enne amica monzese, sono state destinatarie di un provvedimento di sequestro preventivo, eseguito dalla Guardia di Finanza di Monza.
Il sequestro dei conti correnti e postali delle due donne, che risultano in gran parte "già completamente svuotati", peraltro riguarda una cifra di soli 74.595 euro, quelli regalati a Maya negli ultimi anni, molto meno dei soldi complessivamente donati da Cazzaniga alla sua amata virtuale, mai vista dal vivo e con cui lo legavano solo telefonate e chat su WhatsApp. Sono gli unici denari che il pallavolista può sperare di recuperare, visto che gli altri 520mila euro inviati in Sardegna tra il 2008 e il 2016 rientrerebbero eventualmente in reati caduti in prescrizione, a differenza di quello di truffa andato avanti fino all'anno scorso e che è oggetto dell'indagine.
Il Corriere della Sera svela le carte dell'inchiesta, partendo da come all'inizio della circonvenzione di Cazzaniga la sua amica Manuela ha mostrato al giocatore le foto finte – erano quelle della super modella brasiliana Alessandra Ambrosio – dell'altrettanto finta Maya, convincendolo che fosse effettivamente lei tramite l'esibizione di "un'asserita carta d'identità" con false generalità: quelle di "Maya Alina Alessandra Ambrosio Mancini". Da lì il pallavolista, che oggi gioca a Gioia del Colle in Serie B, si è fatto trascinare in un film che da romantico – con la donna ideale costruita sui suoi sogni – si è a poco a poco trasformato in un dramma che vedeva la sua fidanzata virtuale alle prese con problemi di ogni tipo, anche di salute molto gravi, che convincevano Cazzaniga a mettere mano continuamente al portafogli per aiutare Maya, arrivando a chiedere aiuto a familiari e compagni di squadra, dopo essersi ridotto in rovina.
Nelle carte si legge che la finta modella aveva detto al pallavolista di soffrire di una "grave malattia cardiaca" e di "avere patologie immunodepressive tali da proibire contatti con estranei": in questo modo era riuscita ad evitare di incontrare Cazzaniga dal vivo. Ma possibile che una super modella di quel livello (lei gli mandava anche finti backstage) avesse bisogno di denaro? Anche qua c'era pronta la scusa: i problemi di liquidità di Maya erano dovuti al "blocco dei conti correnti familiari" per una vicenda ereditaria che era seguita alla morte dei bisnonni.
"Farmaci, visite specialistiche, interventi chirurgici" a quel punto sono diventati gli argomenti delle conversazioni tra i due: uno ci metteva amore, l'altra continui problemi che richiedevano denaro e non sentimenti. L'indagine è riuscita ad accertare ben 1.400 transazioni attraverso le quali il pallavolista ha trasferito alla Satta più di 600mila euro tra il 2008 e il 2021 tramite bonifici bancari e ricariche postepay: di questi soldi, come detto, solo quelli versati negli ultimi anni sono oggetto del sequestro da parte della Procura di Monza. Oltre a inviarle denaro contante, Cazzaniga ha comprato anche una macchina alla donna sarda.
I soldi copiosamente versati dal giocatore – è l'accusa della Procura – sono stati poi distribuiti dalla Satta alla sua complice brianzola, ma anche ai suoi genitori e parenti. Una ‘truffa sentimentale' che ruota tutta intorno alla finta malattia della donna, una condizione di perenne malessere alla quale Cazzaniga aveva cercato di ribellarsi provando a chiedere ulteriori spiegazioni, ma a quel punto la finta Maya gli rispondeva "che stava male". "Io allora, angosciato – ha raccontato nella sua deposizione il pallavolista – mi fermavo. Un giorno il telefono fu preso da sua madre per dirmi che la figlia era svenuta". Ma il massimo della sfacciataggine fu quando per la prima volta il 42enne milanese parlò di soldi da restituire, ricevendo in cambio un'accusa mista a minaccia da parte della sua presunta amata: "Se sto male è solo per colpa tua e se insisti vado a denunciarti ai carabinieri, stai facendo peggiorare le mie condizioni".