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Castrogiovanni e il folle gesto per Ibrahimovic: “La cosa più stupida, così mi allontanai dal rugby”

In una lunga intervista Martin Castrogiovanni ha ripercorso la sua carriera, raccontando anche della festa di Ibrahimovic: “Ero infortunato, dissi che andavo da mia nonna. Il club mise in mezzo gli avvocati”
A cura di Ada Cotugno
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"Ho smesso col rugby perché non mi piaceva più e non ho mai pensato che allenare mi avrebbe ridato quello che avevo vissuto da giocatore". In una lunga intervista al Corriere della Sera Martin Castrogiovanni si racconta, ripercorrendo le tappe più importanti di una carriera che ormai ha messo alle spalle.

Il rugby è un mondo lontano per l'ex pilone della Nazionale che non ne vuole sapere di diventare allenatore: "Rispetto tutti quelli che allenano, ma non è per me. Vivo un'altra vita. E poi sono convinto che sia meglio lavorare con i bambini che andare a vincere una coppa".

Nella sua vita da giocatore però non ci sono stati solo grandi successi. I primi anni in Italia sono stati difficili, ma hanno lasciato spazio alla lunga parentesi felice di Leicester dove Castrogiovanni ha vissuto il periodo migliore della sua carriera. Qualche colpo di testa però non è mancato, come quando a Parigi nel 2016 finì sotto ai riflettori a causa di Zlatan Ibrahimovic.

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Mentre era infortunato volò alla sua festa di compleanno a Las Vegas: "La cosa più stupida della mia vita da giocatore. Ero infortunato. Potevo chiedere: posso andare alla festa di Ibra? Però ero convinto che mi avrebbero detto di no, allora raccontai che andavo in Argentina a trovare mia nonna. Ovviamente mi scoprirono subito e quello che accadde dopo mi portò ad allontanarmi dal rugby. Avrei voluto chiedere scusa ai miei compagni, non fu possibile, il club mise di mezzo gli avvocati perché i francesi sono fatti così. La verità è che ero tornato dal Mondiale infortunato, avevo un contratto importante e forse non ero più il giocatore che loro si aspettavano. Me lo hanno fatto pagare. Il rugby è uno sport che ti insegna a prenderti le tue responsabilità, sapevo di avere sbagliato e volevo solo scusarmi. Chiudere così mi ha ferito".

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Dopo la lunga parentesi da giocatore per Castrogiovanni è arrivata la parentesi in tv, una sfida completamente nuova per un ex giocatore abituato da sempre a essere competitivo: "La vita è competizione, lo spettacolo, la tv, sono una competizione diversa. In campo quando vedevo un buco mi ci buttavo con la testa, ora è diverso. Credo di aver pensato sempre troppo alla competizione, sei un atleta e vuoi vincere. Non posso giocare a calcetto, sto imparando a giocare a carte, prima nemmeno potevo giocare a risiko perché volevo sempre vincere. Durante il primo lockdown ho dovuto rivedere un po' di cose, ora sono molto migliorato".

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