Caso Schwazer-Kostner: per Carolina 8 ore di interrogatorio e 3 versioni diverse
Si complica maledettamente la situazione di Carolina Kostner che è stata chiamata dai giudici in tribunale per raccontare la propria verità attorno al caso dell'ex fidanzato il marciatore Alex Schwazer accusato di doping e squalificato dalle competizioni professionistiche. Per la campionessa di pattinaggio un lunghissimo interrogatorio per dipanare la matassa con alcuni capisaldi da chiarire, come il mancato controllo dell'antidoping quando la Kostner mentì sulla presenza del proprio compagno agli ispettori che si presentarono a Obertsdorf, evitandogli ulteriori problemi con la giustizia sportiva.
I fatti accaduti il 30 luglio 2012. Il punto in cui ruota tutta la questione è sempre e solo uno: sapere con certezza ciò che è accaduto nella giornata del 30 luglio del 2012, il giorno in cui il marciatore Alex Schwazer, all’epoca fidanzato e convivente di Carolina, subì il controllo da cui venne fuori l’uso di Epo e la squalifica. Sul fatto, la Kostner era già stata sentita a settembre dalla Procura Antidoping del Coni ma non aveva convinto nessuno e gli inquirenti l'hanno voluta riascoltare nelle stanze del palazzo di giustizia di Bolzano. Dove davanti ai Pm la campionessa azzurra ha raccontato una nuova versione dei fatti.
La versione di Carolina al Coni. La prima ricostruzione era stata poco convincente. Alla Procura del Coni la Kostner aveva affermato di aver passato Schwazer al cellurare agli ispettori senza essersi accorta che il fidanzato di fatto si trovasse già nella casa di Obertsdorft: "Me ne sono accorta soltanto quando ho visto la sua macchina parcheggiata" avrebbe detto Carolina, mentendo spudoratamente visto che i tabulati telefonici in possesso agli inquirenti raccontano un'altra verità: i due si erano sentiti a lungo per tutta la mattinata.
La versione degli ispettori. Ma il rapporto degli ispettori racconta un'altra verità. Quel giorno la Kostner quando bussarono alla porta disse che Schawzer "o si sta allenando qui intorno, oppure è a Racines", mentre il fidanzato era in casa. Solo dopo che i responsabili dell'antidoping non si erano allontanati, la stessa pattinatrice passò loro al cellulare Schawerz dicendo "è a Racines". Una serie di contraddizioni con la prima versione avvalorata anche dalla dichiarazione della stessa Carolina che al Coni confessò: "Alex mi chiese il favore di dire loro che si trovava a Racines dove aveva dato la reperibilità, così io feci".
Persona informata sui fatti. Tutte contraddizioni che gli uomini del colonnello del Ros Michael Senn le hanno chiesto di spiegare in tribunale. Ricevendo però una terza e ulteriore versione che complica ancora la posizione della pattinatrice. Che resta semplicemente una persona informata sui fatti, senza alcuna accusa diretta nei suoi confronti. Per il momento, perché per la giustizia sportiva se dovesse essere suffragata la versione in cui lei ha coscientemente mentito, una sospensione potrebbe arrivare in modo quasi automatico.