Carl Lewis ricorda lo scandalo a Seul 1988: “Fu la gara più sporca della storia ma non ero un dopato”
Carl Lewis, uno dei più forti velociti di ogni epoca, oggi ha 62 anni. E ne sono passati 40 da quando nel 1984 riuscì a conquistare in una sola Olimpiade, a Los Angeles, ben 4 ori. In totale il campione americano ne conquisterà ben nove per una carriera straordinaria e irraggiungibile. Ma anche colma di lati oscuri, feroci accuse e scandali, legati soprattutto al doping e a un evento in particolare, le Olimpiadi di Seul 1988 in cui la finale dei 100 metri passò come la "gara più sporca della storia dell'atletica".
Il Figlio del Vento è ancor oggi un campione indimenticato e riconosciuto da tutti tra i migliori di ogni epoca. E lo stesso Carl Lewis ne è perfettamente a conoscenza: "Ho corso 9.86 oltre 30 anni fa e da allora molte altre persone hanno corso 9.86. Ma sai cosa? Da allora sarei salito su ogni podio, a parte nel 2012." Performance impressionanti ma anche costellate da tanti sospetti: "Se la gente vuole dire che ero un drogato, lo capisco ma ricordo che nel 1983, quando stabilii il record americano dei 200 metri, superai il traguardo e, spiritualmente, pensai: “Sono semplicemente fottutamente migliore di loro. A me è stato dato più talento di loro". Non ho mai fatto quelle cazzate".
E il riferimento è all'accusa di doping e ai test non superati, figli di complotti e tentativi di destabilizzarlo: "Ero nel mezzo della mia lotta con la IAAF che era totalmente contro di me. Nessuno è venuto mai in mia difesa perché stavano cercando di distruggermi. Era come se pensassero: questo è il ragazzo che spinge per la professionalità, è sfacciato, ci sta portando nello show-business. Diventerà una maledetta superstar globale e farà saltare tutto in aria. Dobbiamo fermarlo".
La corsa più sporca della storia: i 100 metri di Seul 1988
La più controversa delle sue nove medaglie d'oro, record superato solo dal nuotatore statunitense Michael Phelps, è stata ovviamente la finale dei 100 metri a Seul nel 1988. Lewis finì secondo in quella gara, ma la sua medaglia fu trasformata in oro due giorni dopo quando il canadese Ben Johnson fu privato del suo titolo e del record mondiale di 9,79 secondi per essere risultato positivo allo steroide anabolizzante stanozololo.
Quella finale del 1988 è oramai conosciuta da tutti semplicemente come la "gara più sporca della storia", ma per Lewis fu semplicemente tutt'altra cosa: "Non la considero una cosa negativa. Per me è stato solamente il momento più importante nella storia dei test antidroga nello sport e io ho fatto parte di quel momento". Cinque dei sette atleti in gara successivamente risultarono positivi a test anti doping o sono stati coinvolti nell'uso o nella fornitura di farmaci per migliorare le prestazioni, incluso Lewis che nel 2003 venne scagionato da ogni accusa: "Non mi ero nemmeno avvicinato al doping, quei valori oggi sappiamo che non significavano nulla. Ora quelle dosi otterrebbero un risultato negativo in un test" ha sottolineato in una intervista esclusiva al Daily Mail, ricordando che a quel tempo assunse semplicemente un rimedio erboristico che, suo malgrado, celava tracce di stimolanti.
Il Figlio del Vento oggi, tra sfide impossibili e Los Angeles 2028
La storia di Carl Lewis è legata a quadruplo filo a Los Angeles e alle Olimpiadi. In quell'edizione datata 1984 conquistò ciò che nessuno mai è più riuscito a vincere: quattro ori, nei 100 metri, 200 metri, nella staffetta 4×100 e salto in lungo. E proprio a Los Angeles, però del 2028, è tornato il suo pensiero, con un obiettivo preciso: accendere la fiamma olimpica. "Non voglio dirlo troppo in giro perché altrimenti probabilmente non lo faranno… Ma sarebbe semplicemente fantastico per me farlo."
In attesa, Carl Lewis può vantare ancora condizioni atletiche invidiabili anche oggi che ha 62 anni: "Ogni anno faccio qualcosa che non avrei mai pensato di fare, qualcosa di pazzesco". E il pazzesco è subito raccontato: "Ho provato a fare distensione su panca con 300 libbre (136 kg) quando ho compiuto 60 anni. Mi sono tuffato con il paracadute a 61 anni. Adesso ho 62 anni e voglio cimentarmi in una spaccata da ginnasta. A 63 anni? Mi immergerò a 63 piedi di profondità".