Campione di surf salvato mentre stava per annegare alle Olimpiadi: “Non c’era molto tempo lì sotto”
A a Teahupoo, a 15 mila chilometri di distanza da Parigi, lo scenario incantevole della Polinesia francese s'è trasformato nell'inferno in terra. Al punto che, almeno per oggi, gli organizzatori hanno comunicato la sospensione del programma olimpico. Ne sa qualcosa Jack Robinson, il surfista australiano che ha rischiato di morire nella gara dei Giochi: risucchiato dalla corrente, travolto dalla montagna d'acqua e di schiuma che gli è piombata addosso, non gli è rimasto altro che "raccomandarsi a Dio" per uscire vivo da quello che ha definito "il posto più pericoloso al mondo".
In quelle condizioni rese estreme dal meteo, nemmeno uno dei della big wave come Robinson, tra i favoriti per la conquista della medaglia d'oro, può essere certo di domare la forza di quelle onde che non sono come le altre e hanno una caratteristica che le rende rischiose e affascinanti, bellissime e tremende: è un muro gigantesco che si alza dalle profondità del Pacifico e s'infrange parzialmente sotto il livello del mare.
Può succedere di tutto, anche di rimetterci un arto per le ferite riportate in seguito all'impatto con un lembo della barriera corallina di Tahiti (solo pochi giorni fa l'australiano s'è ferito a un piede ma è riuscito a recuperare in fretta per essere pronto alla sfida iridata) o, addirittura, di non tornare più a galla.
Robinson è quasi annegato mentre era impegnato nella batteria contro il numero uno al mondo John John Florence a causa delle onde notevolmente più grandi rispetto ai giorni precedenti. Sia l'australiano sia l'avversario americano (originario di Honolulu) sono entrambi scomparsi nella corrente, salvati dai soccorritori a bordo di moto d'acqua.
"Il nostro è lo sport più pericoloso del mondo quando è così – ha ammesso Robinson ai media australiani -. Eravamo noi e l'Oceano là fuori… ci sono onde enormi, è pazzesco". Può ancora raccontare cosa è successo e mettere da parte ogni ambizione.
È vivo, unica cosa che conta davvero. "Mi trovavo all'interno, tra il punto in cui le due onde si scontrano a destra del canale e a sinistra rispetto alla direzione in cui stiamo facendo surf. E sono stato trascinato sul fondo. Ecco quello è il posto più pericoloso del mondo intero. Quando sei lì dentro prova a vedere se Dio ti risponde".
Se non è ancora abbastanza chiaro cosa vuol dire trovarsi in quelle situazioni estreme c'è dell'altro nelle parole di Robinson che aiuta a comprendere bene come ci si possa sentire. "Le onde sono così potenti – ha aggiunto il surfista -. Sono come una valanga di neve che ti arriva addosso da una montagna. È qualcosa di molto simile a quello. Qualcosa di così pericoloso e folle".