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Cade a un solo metro dal traguardo dopo aver dominato la gara: tradito da un errore disarmante

Il tedesco Mika Noodt protagonista dello sfortunato finale nella gara di triathlon del Challenge Vieux Boucau disputato in Francia. Ha la vittoria in pugno ma viene sopraffatto dall’avversario.
A cura di Maurizio De Santis
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Il tedesco Noodt (a sinistra) protagonista del finale rocambolesco.
Il tedesco Noodt (a sinistra) protagonista del finale rocambolesco.

Mika Noodt era a un metro dal traguardo. Lo vedeva dinanzi a sé, quasi a portata di mano. Aveva imboccato il rettilineo decisivo, poteva sentire intorno a sé l'entusiasmo della folla. Gli sarebbe bastata un'altra falcata per arrivare primo e vincere il Challenge Vieux Boucau in Francia.

Due istantanee fotografano il finale rocambolesco che nessuno avrebbe ma immaginato. Nemmeno il tedesco credeva fosse possibile che la (s)fortuna di prendesse di gioco di lui in maniera così beffarda, facendogli lo sgambetto proprio quando stava per alzare le braccia al cielo in segno di trionfo.

Il triatleta sembra sorridere, pregustare il successo. È stato in testa per tutti i 20 chilometri della gara e adesso è convinto sia fatta ma commette un errore di valutazione fatale: si volta un attimo per dare una sbirciata all'avversario (Mathis Margirier) e, quando lo vede accelerare nell'estremo tentativo di rimontare, gli succede qualcosa di strano.

Il francese Merigier vince all'ultima falcata approfittando della caduta dell'avversario.
Il francese Merigier vince all'ultima falcata approfittando della caduta dell'avversario.

È lui stesso a descrivere la sensazione provata con una frase breve ma molto efficace: "Ho perso il controllo delle gambe". Bastano queste poche parole per descrivere cosa è avvenuto in quegli istanti che hanno scandito l'epilogo di una prestazione impressionante nella gara di triathlon disputata nel sud della Francia.

Il podista transalpino che è alle spalle di Noodt ha il merito di non mollare, crederci fino in fondo secondo quel vecchio adagio che spesso fa capolino a corredo di imprese da missione impossibile: non è finita finché non è finita. Marigier ne ha beneficiato approfittando della caduta rovinosa dell'avversario 23enne.

Cosa gli è successo? È inciampato urtando in maniera violenta con la spalla, vedendo il rivale superarlo e vincere. È riuscito a rialzarsi in tempo e a chiudere, sia pure malconcio e molto amareggiato, al secondo posto. Noodt aveva perso tutto: magia, concentrazione, energie vitali, la scintilla di adrenalina necessaria per portare a termine una gara che aveva in pugno. La dissolvenza lo ha portato sul secondo gradino del podio.

In gara il tedesco aveva tenuto botta a Brownlee, che era partito forte ma s'è perso alla distanza (complice una condizione di forma non al top alla luce del periodo di stop post infortunio) e alla fine s'è piazzato in sesta posizione. Il campione del mondo in carica Rico Bogen ha conquistato il terzo posto con un tempo di 70.3 dopo aver terminato dietro Noodt. E questo alimenta il rammarico.

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