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Bolt o Gatlin, chi sarà il figlio del vento a Rio 2016? Usain punta al record di 9 ori

Il velocista giamaicano vuole vincere per la terza volta i 100 metri, a sfidarlo ci sarà l’americano Gatlin. Per Usain le Olimpiadi in Brasile possono essere quelle della consacrazione: è già un mito, può diventare leggenda se aggancia a quota 9 medaglie lo sprinter Lewis e il finalndese Paavo Nurmi.
A cura di Jvan Sica
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Paavo Nurmi e Carl Lewis, Usain Bolt li ha messi nel mirino entrambe. E vuole batterli. Lui, già leggenda, non si accontenta. Può e deve fare di più. A Rio, con l'inizio delle gare di atletica, è il suo momento. La sfida è lanciata: quei 9 ori conquistati dal finlandese e dell'americano, più vincenti di sempre ai Giochi, sono un chiodo fisso. Gli ronzano in testa e lo spingono all'impresa. Il mezzofondista finlandese li conquistò tra Anversa 1920 ed Amsterdam 1928, lo sprinter a stelle e strisce fece sì che Los Angeles 1984 ed Atlanta 1996 divenissero territorio di caccia prediletto. Usain, tra Pechino 2008 e Londra 2012, è arrivato a 6 medaglie dorate. La terza tripletta consecutiva gli consentirebbe di completare il trio dei semi-dei.

Il giamaicano ci proverà in Brasile: vuole trionfare per la terza volta i 100 metri (Lewis c’è riuscito nel 1984 e 1988, dopo la squalifica di Ben Johnson) e diventare il primo a fare tris nei 100 e 200 metri. Se l’Olimpiade di Pechino è stata per Usain Bolt l'occasione per far conoscere al mondo intero la sua forza e quella di Londra la definitiva affermazione nell’olimpo dello sport, i Giochi di Rio sono l'occasione per diventare leggenda.

Usain Bolt, il velocista giamaicano tra i protagonisti di Rio 2016
Usain Bolt, il velocista giamaicano tra i protagonisti di Rio 2016

Gatlin alla resa dei conti con Usain

Nella notte fra il 14 e il 15 agosto, alle 3.25 secondo il fuso orario con l'Italia, la finale dei 100 metri emetterà il suo verdetto. Usain ci arriva, come negli ultimi due campionati del mondo e le Olimpiadi di Londra, in una condizione di forma altalenante e sicuramente ‘senza le caviglie esplosive' di Pechino 2008 e Berlino 2009 (quando ha stabilito i due record del mondo di 100 e 200 metri). Avrà un vecchio avversario da affrontare in pista oltre ai rampolli che vogliono scalzare l’Imperatore. Il vecchio sfidante è Justin Gatlin, due volte sospeso per doping, ma tornato sempre a ottimi livelli, che si presenterà a Rio con la migliore prestazione stagionale, 9.80, realizzata ai Trials, e la seconda con 9.83, realizzata sempre ai Trials Usa.  Adesso Gatlin sente di poterlo sfidare a viso aperto e batterlo. La gara è già iniziata.

Da Brommel a Vicaut, gli outsider

Anche un altro americano, giovane e pazzesco nei primi metri (campione mondiale dei 60 piani a Portland 2016), Trevor Brommel, vuole sfruttare le difficoltà di uscita dai blocchi di Bolt per poi tenere botta quando la macchina muscolare giamaicana inizia a girare a pieno regime. Brommel si presenta a Rio come Johan Blake si presentò ai Mondiali di Daegu nel 2011, l’unica volta che Bolt preoccupato proprio dalla rapidità di uscita dai blocchi di Blake rischiò, venendo squalificato in finale per falsa partenza. Lo stesso Blake, dopo anni di oblio e infortuni, è tornato forte e può dire la sua in una corsa comunque aperta a tante soluzioni. Anche l’Europa ha il suo talento, il francese Jimmy Vicaut, che arriva in Brasile con un ottimo 9.86 e una sensazione di grande forma dopo l’ultimo meeting di Diamond League di Londra. Saranno questi a sfidare il mito che aspira a diventare leggenda (forse) con le sue ultime energie.

I 200 metri, regno del giamaicano

Nei 200 metri invece Bolt può dosare le energie. Ha più tempo di coordinare i movimenti e la sua capacità di acquisire velocità in curva è assolutamente unica al mondo. Studiarlo non basta, sono le sue leve, la sua muscolatura armonica e soprattutto la sua capacità di coordinazione fra caviglie, ginocchio e braccia che gli permette di correre alla sua maniera ma allo stesso tempo di spingere forte e aumentare la velocità.

Alle 3.30 italiane di venerdì 19 agosto a sfidare Bolt sarà di nuovo Gatlin ma anche altri due statunitensi che hanno storie molto diverse fra loro: uno sarà LaShawn Merritt, campione olimpico di Pechino 2008 nei 400 metri che ha voluto correre la distanza più breve per competere col giamaicano, l’altro sarà Ameer Webb, giovane sprinter che ha proprio in Bolt il suo riferimento e la sua fonte di ispirazione. Difficilmente il podio avrà uomini diversi da questi anche se l’antiguano Miguel Francis e il britannico Nethaneel Mitchell-Blake potranno fare qualcosa di sorprendente. Di fronte a sfide del genere, noi telespettatori abbiamo un solo obbligo: sederci in poltrona e guardare se il mito diventa leggenda, così da dire in futuro “Io c’ero”.

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