Bettina Fabian ha un brutto ricordo della Senna: “Vedevo in acqua pezzi marroni grandi come un dito”
Bettina Fabian ha nuotato tra i liquami della Senna per 10 km ed è stata un'esperienza orribile. È arrivata quinta nella gara di fondo alle Olimpiadi di Parigi ma alla soddisfazione di un buon risultato, per lei che era al debutto ai Giochi, fa da contraltare il ribrezzo provocato da quelle acque inquinate e fetide nelle quali c'era di tutto. "Non abbiamo visto animali – ha ammesso subito dopo essere tornata sulla terra ferma – ma alcuni pezzi marroni… erano grandi quanto un dito".
L'ungherese, come altre concorrenti, ha rischiato di graffiarsi sulle braccia e sul corpo per i cespugli di rovi e rasentando il muretto dell'argine così da evitare la forza della corrente. Ma non è stata la cosa peggiore, più sgradevole e pericolosa che l'è capitata mentre mulinava gli arti in quel flusso melmoso.
Lo aveva lasciato intendere con un sorriso ironico l'italiana, Ginevra Taddeucci, giunta terza nella stesa gara, che aveva parlato di un vaccino e di medicine assunti prima di tuffarsi. Lo ha ribadito la 19enne nuotatrice ungherese che rientra a casa con un po' d'apprensione per le proprie condizioni di salute ("abbiamo bisogno di aspettare qualche giorno per capire se si manifestano sintomi") e un brutto ricordo per l'esperienza sportiva fatta in quel contesto ambientale.
Una volta a riva, salita sulla banchina, la prima cosa che Fabian ha fatto è stata bere un liquore tradizionale del suo Paese: Palinka, un distillato dalla gradazione alcolica molto alta. Ne aveva tra le mani una bottiglietta, che ha svuotato in un sorso solo. Poi ha sorseggiato anche della Coca Cola. Una forma di profilassi da campo (oltre a quella medica essenziale) per combattere microbi e virus.
"Pensavo che l'acqua sarebbe stata più sporca e non avrei potuto vedere nemmeno le mie mani – ha aggiunto raccontando cosa si prova a immergersi nella Senna e a starci così a lungo -. Ne ho bevuta abbastanza mentre nuotavo, spero che non ci saranno conseguenze gravi. E spero che quello che m'è passato davanti agli occhi fossero solo piante marce".
Gli atleti nuotavano in prossimità degli scarichi fognari
Alcune foto scattate lungo il percorso di gara nella Senna offrono un segno tangibile della situazione precaria e malsana che ha caratterizzato la disciplina nelle acque libere. Il colore giallo-marrone della corrente si abbina alla testimonianza diretta dei nuotatori, che hanno incrociato oggetti non meglio identificati tra una bracciata e l'altra, ma c'è dell'altro che alimenta sdegno e voltastomaco: passavano accanto alle feritoie attraverso le quali trovano sfogo gli scarichi delle fogne.
La belga Jolyen Vermeylen non usò giri di parole per descriverne il senso di repulsione provato ("ho annusato e visto cose indicibili"). Il canadese Tyler Myslawchuk è stato così male da vomitare di continuo. Notizie di malori sono rimbalzate anche dalla delegazione portoghese per la "brutta influenza intestinale" contratta da Vasco Vilaga.
Sconcertanti sono altre immagini che mostrano in alcuni punti del tragitto, lungo il fiume oppure negli angoli del molo allestito in occasione delle gare, agglomerati galleggianti di schiuma maleodorante.Nonostante tutto – compresa un'opera di bonifica costata investimenti elevati ma dagli effetti inefficaci – si è deciso di gareggiare ugualmente in quel fiume impraticabile e pericoloso per la salute.