Basta e Corradini chiedono di riaprire il caso sui presunti abusi nella ginnastica: “Giustizia rubata”
Non ci stanno Anna Basta e Nina Corradini all'esito della vicenda da loro denunciata sugli abusi verbali e psicologici di cui sarebbero state vittime nel mondo della ginnastica ritmica italiana: le loro accuse – portate all'attenzione dei media nazionali nel 2022 – hanno portato ad un nulla di fatto sul piano penale (archiviazione del procedimento), mentre la giustizia sportiva ha chiuso tutto con una semplice ammonizione per la CT dell'Italia Emanuela Maccarani (ruolo che ricopre dal 1996), che è anche direttrice dell'Accademia di Desio dove sarebbero accaduti gli episodi di bullismo denunciati. Ebbene, adesso Basta e Corradini, insieme all'Associazione ‘ChangeTheGame', hanno presentato una segnalazione alla Procura Generale del Coni, alla Commissione Federale di Garanzia della Federginnastica e alla Procura Federale della Federginnastica per chiedere la riapertura delle indagini sui fatti che coinvolgono anche l'assistente della Maccarani Olga Tishina.
"La giustizia ci è stata rubata fin dall'inizio. Parliamo di un sistema che ha ignorato centinaia di voci, dandoci delle imbroglione, quando bastava semplicemente prestare attenzione, fare un po' di silenzio, e ascoltare – sono le parole con cui la 23enne bolognese Anna Basta ha spiegato la decisione di andare avanti nella battaglia per vedersi riconosciuta giustizia per quanto afferma di aver subìto – Non è stato facile, ma siamo in piedi con qualche cerotto nel corpo e nell'anima. Avere coraggio vuol dire avere cuore, metterci l'anima, combattere per quello che amiamo: è da quando sono nata che vivo con questo principio".
Dal canto suo, la 21enne romana Nina Corradini ha chiarito come quest'ulteriore denuncia non sia frutto "di invidia o per ricerca di visibilità", ma "perché è nostra responsabilità e responsabilità di tutti, far sì che questo non accada più e che lo sport torni ad essere motivo solo di gioia e adrenalina". La segnalazione delle due ex ginnaste azzurre chiama in causa, oltre alla Maccarani, anche il Presidente della Federginnastica Gherardo Tecchi e il Procuratore Federale Michele Rossetti, con la richiesta di una sospensione cautelare in attesa dell'eventuale riapertura di nuove indagini.