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Basket, la guida all’Europeo

L’Italia si prepara al 36mo europeo della sua storia. Due gli ori, nel 1983 e nel 1999. Gli azzurri sono nel girone di ferro con Germania, Spagna, Serbia e Turchia. Ma stanno bene le tre stelle NBA, Bargnani, Belinelli e Gallinari. Numeri e curiosità della manifestazione.
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Sono passati sedici anni tra il primo e il secondo trionfo europeo azzurro. E altrettanti ne sono trascorsi da quell’ultimo successo azzurro del 1999 e la palla a due contro la Turchia alla Mercedes Benz-Arena che stasera apre l’edizione 2015 di quella che Gianni Petrucci, presidente della Federazione Italiana Pallacanestro, ha definito questa nazionale la “più forte di tutti i tempi”.

L’Italia – Rispetto agli Europei 2013, partono tutti i giocatori NBA: Danilo Gallinari, Andrea Bargnani e Marco Belinelli (Gigi Datome sarà da quest'anno al Fenerbahce), arrivati all’appuntamento senza problemi fisici. Nei tornei di avvicinamento, in cui gli azzurri hanno perso solo contro Slovenia e Ucraina, paese che avrebbe dovuto ospitare gli Europei diventati un evento itinerante per lo scenario di guerra che insanguina il Donbass, Pianigiani ha provato diversi quintetti. Bargnani dovrebbe comunque partire da da centro, con Gallinari ala grande, Belinelli guardia anche per la sua efficacia nel tiro da tre e Datome da ala piccola. Ecco un altro dei grandi vantaggi di questa nazionale: i migliori giocatori interpretano tutti ruoli diversi e possono esaltarsi giocando insieme. Nel ruolo di playmaker si alterneranno Andrea Cinciarini, passato in estate da Reggio Emilia a Milano, preferito da Pianigiani in preparazione, e Daniel Hackett, che deve far dimenticare l’abbandono del ritiro azzurro senza spiegazioni dello scorso luglio. A loro si aggiungono giovani di valore assoluto, su tutti il 22enne capitano dell’Olimpia Alessandro Gentile, rimasto a Milano nonostante fosse stato scelto al secondo giro del draft NBA 2014 dai Minnesota Timberwolves, che hanno poi ceduto i suoi diritti agli Houston Rockets. Pianigiani ha promosso, con merito, anche Amedeo Della Valle e Achille Polonara, reduci dalla finale scudetto persa da Reggio Emilia contro Sassari, che hanno comunque precedenti di rilievo con le nazionali giovanili: Della Valle ha festeggiato da MVP l’oro europeo Under-20 del 2013, Gentile e Polonara vinsero l’argento nella stessa categoria due anni prima, battuti in finale dalla Spagna.

Gli avversari – Gli Europei di basket si giocano in quattro paesi europei, uno per ciascuno dei gironi da sei. La Francia, che ospiterà la fase finale, è inserita nel gruppo A con Finlandia, Bosnia-Erzegovina, Polonia, Israele e Russia. Nel gruppo C, che si gioca in Croazia, oltre ai padroni di casa sono inserite Slovenia, Grecia, Macedonia, Georgia e Olanda. Nel gruppo D, in Lettonia, le altre nazionali baltiche (Estonia e Lituania), Ucraina, Belgio e Repubblica Ceca. L’Italia è nel girone B, il più difficile, con Germania, Spagna, Serbia, Turchia e Islanda. Passano le prime quattro di ciascun girone: le qualificate del gruppo A saranno abbinate alle squadre del girone B negli ottavi, e lo stesso varrà per gli altri gironi. Il meccanismo è il solito: le prime giocheranno contro le quarte, le seconde contro le terze. Non vive solo di medaglie questo Europeo. In palio ci sono anche due pass diretti per le Olimpiadi e i posti per il preolimpico di luglio 2016 (dalla terza alla settima classificata).

I numeri – L’Italia apre stasera contro la Turchia delle torri Erden e Savas, che non ha brillato nei tornei di preparazione. Sarà il 56mo confronto diretto (46-9 il bilancio per gli azzurri), il 13mo nelle fasi finali del Campionato Europeo (10-2). Domani il match, il primo in assoluto, contro l’Islanda, al debutto europeo, sulla carta destinata al ruolo di Cenerentola, con la stella Jon Stefansson, visto anche in Italia a Napoli e Roma . Dopo il giorno di riposo, poi, martedì torniamo in campo contro la Spagna, insieme alla Francia la nazionale più forte d’Europa, che arriva dalla delusione del bronzo di due anni fa. Gli iberici, che hanno richiamato Scariolo in panchina, non hanno Navarro e Rubio, ma ci sarà Pau Gasol. Sarà la 64 ma partita per gli azzurri contro le Furie Rosse, con un bilancio di 35 vittorie e 24 sconfitte per l’Italia. Positivo anche il bilancio all’europeo: 5 sconfitte e ben 11 vittorie azzurre, l’ultima proprio nel 2013 (86-81 all’overtime). Il penultimo giorno della prima fase ci consegna la sfida contro la Germania di Dirk Nowitzki, che torna in nazionale dopo quattro anni, ma deve trovare una convivenza non sempre facile nelle ultime uscite con il play Schroeder. L’Italia, che ha affrontato i tedeschi per la prima volta ai Giochi di Berlino, vincendo 58-16, ha conquistato 20 delle 26 partite contro la Mannschaft, 5 su 7 nelle fasi finali degli europei, in cui però ha subito la più pesante delle 6 sconfitte (62-76 nel 2011 a Siauliai, in Lituania). Chiuderemo, infine, con la Serbia, reduce dall’argento mondiale, con la stella Teodosic, folle e mercuriale play del CSKA. Dopo l’indipendenza dalla Jugoslavia, i serbi ci hanno sconfitto quattro volte su sei, sempre nei due precedenti nella manifestazione continentale.

I precedenti a Berlino – Dal giorno dell’esordio ai Giochi del ’36 (vittoria 44-28 sulla Polonia), l’Italia ha giocato 20 volte a Berlino, città che porta fortuna agli azzurri, che qui hanno vinto in 13 occasioni tra amichevoli e tornei e tornano a giocare per la prima volta dal 75-60 ai tedeschi del 5 agosto 2006.

Il trionfo del 1983– L’Italia inizia così la sua 36esima partecipazione alla fase finale di un Campionato Europeo (1935, 1937, 1939, 1946, 1947, 1951, 1953, 1955, 1957, 1959, 1963, 1965, 1967, 1969, 1971, 1973, 1975, 1977, 1979, 1981, 1983, 1985, 1987, 1989, 1991, 1993, 1995, 1997, 1999, 2001, 2003, 2005, 2007, 2011, 2013). Dieci le medaglie: quattro bronzi, altrettanti argenti, e due memorabili ori. Storico il trionfo di Nantes del 1983, segnato dall’immagine del playmaker Carlo "Charlie" Caglieris che bacia il pallone e lo scaglia verso il soffitto, equivalente cestistico della corsa di Marco Tardelli nella finale mondiale del Bernabeu. È il capolavoro della nazionale di Sandro Gamba, che in quel 4 giugno 1983 supera la Spagna 105-96. "Fu davvero un'impresa incredibile, una delle vittorie più prestigiose dello sport italiano” ricordava Caglieris in un’intervista per Panorama. “Nell'83 la Jugoslavia era ancora unita e aveva uno squadrone fortissimo, i cui giocatori oggi sarebbero tutti stelle dell'Nba; e lo stesso valeva per l'URSS. Dal punto di visto tecnico erano spanne sopra di noi, eppure quell'Italia riuscì a imporsi con la forza di un gruppo davvero fantastico, che arrivava da un argento alle Olimpiadi di Mosca e che riusciva a farsi onore in tutte le manifestazioni internazionali". Una squadra trascinata da Dino Meneghin e da un tecnico capace come pochi altri di motivare i giocatori e formare lo spirito di squadra, oltre a portare innovazioni tattiche come l’alternanza dei tre play o la difesa che pressa alto il portatore di palla per portarlo sul perimetro, mai vista prima di allora.

L'ultimo successo – E c’è sempre la Spagna a fare da trait d’union con il trionfo della squadra di Bosha Tanjevic del 1999. In campo c’è anche Andrea Meneghin, che doveva fare la comunione mentre papà Dino si metteva al collo l’oro di Nantes, e compone il trio di stelle con Carlton Myers e Gregor Fucka. Una squadra compatta, con il talento di Gianluca Basile, di Alessandro De Pol e Alessandro “Picchio” Abbio, segnata anche in questo caso da intuizioni tattiche spiazzanti. Tanjevic schiera play Meneghin, che nei club gioca da guardia o ala piccola, per sfruttare meglio le qualità di Myers e l’abilità dei lunghi Galanda e Fucka nel turo da tre. In semifinale, l’Italia compie il miracolo e batte 71-62 la Jugoslavia, una delle nazionali più forti di sempre, con Saša Danilović un anno prima campione d’Europa con la Virtus Bologna, Dejan Bodiroga, scappato in Italia dopo lo scoppio della guerra dei balcani nel 1992, Peja Stojaković, uno dei 10 tiratori più forti di sempre in NBA, e Vlade Divac. Due giorni dopo, in una partita dominata dalle difese, l’Italia si ripete 64-56 sugli iberici, con 18 punti di Myers e Fucka premiato come MVP del torneo. Un’Italia di nuovo sul tetto d’Europa grazie a un' idea e a una perfetta miscela di talento e basket operaio. Le armi storiche dei grandi successi azzurri, buone per confermare ancora la regola d’oro del sedici.

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