Baseball, è caccia al fenomeno italiano: mezza MLB vuole il friulano Gasparini
C'è grande attesa in tutto il mondo del baseball italiano ed internazionale per il 2 luglio, giorno in cui si aprirà il mercato dei trasferimenti. Il nome che fa gola a tutti è quello di Marten Gasparini, 16 anni, talento friulano che mezzo mondo ci invidia e su cui si accapiglieranno i maggiori club professionistici a stelle e strisce, pronti ad investire anche cifre a sette zeri. Sì, perché Gasparini non è una potenziale scommessa, ma una quasi certezza, di uno sport che in Italia viene considerato "minore", ma che ha già regalato alla Nazionale Italiana ben 10 titoli europei e 15 secondi posti, ed altri 30 titoli continentali per club.
Marten Gasparini ha tutto per sfondare nel baseball mondiale. Se ne sono accorte le franchigie americane, che su di lui vogliono puntare tutto. Del resto, parla il suo curriculum: a 16 anni, è alto 1 metro e 82 centimetri e pesa 80 chili, una sorta di carro armato, ma anche velocissimo (tre volte la velocità minima e di poco sotto quella massima), capace di battere tanto da destra come da sinistra. Figlio di un friulano con una giamaicana, Gasparini vive con la famiglia a Ruda, un tiro di schioppo dal confine con la Slovenia. Ad undici anni si è avvicinato al baseball, giocando con i Sultan Tigers di Cervignano. Poi, dopo soli due anni, subito notato da Bill Homberg, scout dei Chicago Cubs. Da allora, un crescendo: mondiali under-15 e mondiali under-18, conditi da prestazioni eccellenti nonostante l'età e l'esperienza degli avversari. Un fenomeno.
Le offerte non mancheranno: al momento in vantaggio ci sono i Royals di Kansas City, ma bisognerà monitorare anche i Dodgers di Los Angeles e i Cubs di Chicago. Le cifre sono pazzesche per un europeo: il record di 800mila euro per il tedesco Max Kepler del Minnesota verrà ampiamente superato. Per Gasparini si parla di un milione di euro tondo. Cifra che potrebbe anche salire. E che sarebbe il record assoluto per un giocatore di baseball italiano ed europeo. Insomma, le premesse affinché l'Italia abbia il suo Wonder-Boy anche in questo sport, ci sono davvero tutte.
