Attaccati per aver diviso l’oro, Barshim parla col cuore: “L’ho fatto per amore di Tamberi”
La scelta di Gianmarco Tamberi e Mutaz Barshim di condividere la medaglia d'oro nel salto in alto alle Olimpiadi di Tokyo non è piaciuta a tutti. Molti hanno sottolineato la bontà del loro gesto e come questo sia stato un esempio per tutti i ragazzi che si avvicinano allo sport, ma alcuni sui social hanno polemizzato su quanto accaduto, asserendo come l'atleta italiano e quello qatariota abbiano preso una decisione di convenienza evitando di giocarsela fino alla fine.
Per mettere fine alle discussioni, Mutaz Barshim ha scelto di intervenire in prima persona su Twitter, con parole che spiegano la sua scelta e quella di Gimbo e che cercano di insegnare come nello sport il valore più importante non sia la vittoria, bensì la condivisione: "La decisione di condividere la medaglia d'oro olimpica è stata frutto di pura emozione, rispetto e amore per il mio compagno di gara. So quanto significhi vincere l'oro. L'opportunità di condividerlo è qualcosa di cui andrò fiero per il resto della mia vita".
Nello stesso tweet l'atleta qatariota ha provato a lanciare un messaggio esteso a tutti gli ambiti, non solo quello sportivo: "Spero di insegnare alle persone che condividere e supportare i colleghi è uno dei doni più potenti che abbiamo".
L'oro condiviso di Tamberi e Barshim
Il momento in cui Tamberi e Barshim si accordano per condividere il primo posto nella gara di salto in alto resterà nella storia delle Olimpiadi. I due, che avevano chiuso la competizione in assoluta parità, avrebbero potuto disputare uno spareggio con un solo tentativo all'ultima altezza superata, scendendo se non viene superata da entrambi e risalendo in caso di nuova parità. Nella conversazione con l'addetto che gli spiega le possibilità, il qatariota chiede se sia possibile condividere la medaglia d'oro. La risposta positiva dell'interlocutore fa sì che lui e Tamberi si accordino immediatamente, abbracciandosi e lasciandosi andare a una gioia irrefrenabile.
Dietro la medaglia condivisa c'è una grande amicizia
Il loro patto è figlio di un'amicizia scoppiata negli anni precedenti, dopo l'infortunio di Gimbo, che gli è costato la partecipazione alle Olimpiadi di Rio 2016. In seguito alla rottura subtotale del legamento deltoideo del suo piede sinistro, l'atleta italiano è costretto ad affrontare un recupero lungo, che lo riporta a saltare soltanto nel 2017, con risultati non soddisfacenti nel meeting di Parigi. Per Tamberi la frustrazione è tale che sceglie di scappare subito in camera sua al termine della gara. Il giorno dopo un ospite inaspettato bussa alla sua porta, come ha raccontato lo stesso Gimbo:
Mutaz Barshim ha iniziato a bussare alla mia stanza e non voleva andare via. Prima volevo solo che se ne andasse. Insisteva e gridava: “Gimbo. Gimbo, per favore, voglio parlarti. Così ho ceduto e l'ho fatto entrare". Ho pianto davanti a lui. Ha cercato di calmarmi dicendomi: “Hai avuto un grosso infortunio, ora devi prenderti il tuo tempo, non aspettarti troppo da te stesso".
Quell'incontro e la compassione mostrata dall'atleta qatariota fanno sì che tra i due nasca una splendida amicizia, il cui punto più alto è stato raggiunto sul primo gradino del podio delle Olimpiadi di Tokyo sul quale sono saliti insieme perché, come ha insegnato lo stesso Barshim, "supportare i colleghi è uno dei doni più potenti che abbiamo".