Atleta si fa amputare un dito rotto per andare alle Olimpiadi: “Era il modo più facile per guarire”
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Matthew Dawson, 30enne giocatore australiano di hockey su prato, ha preso una decisione tanto estrema quanto macabra: farsi amputare un dito rotto per andare alle Olimpiadi di Parigi 2024. Mai avrebbe rinunciato ai Giochi francesi dopo essere stato presente a Rio 2016 e a Tokyo 2020. E privarsi di una parte di sé è stata l'unica cosa che ha ritenuto ‘saggia' pur di rimediare a un infortunio che ne avrebbe pregiudicato la partecipazione.
A poche settimane dall'avventura in terra transalpina, s'è fratturato l'anulare della mano destra e se lo avessero curato adottando metodi abituali immobilizzando l'arto avrebbe dovuto disfare la valigia. Ecco perché ha deciso di farsi rimuovere la parte infortunata. Una scelta che mette i brividi addosso e sembra surreale, folle ma che il diretto interessato difende. Non è stata presa di pancia, né frutto della disperazione ma – a giudicare da quanto riportato dai media del suo Paese – si è trattato di una valutazione ponderata e maturata dopo un consulto medico specialistico.
"Ho preso una decisione consapevole dopo aver parlato con un chirurgo plastico – le parole di Dawson -. E se l'ho fatto non è stato solo per avere ancora l'opportunità di essere presente a Parigi. Ho tenuto conto anche di come sarebbe stata la mia vita dopo. La scelta migliore per me era quella di privarmi di una parte del dito. È stato un cambiamento coraggioso ed emozionante".
A chi resta a bocca aperta, agli scettici, a coloro che negli occhi hanno la tipica espressione di ci pensa ‘ma questo è matto', Dawson risponde con calma serafica. E per dare sostanza alle sue motivazioni aggiunge un'altra considerazione: "Ci sono molti altri problemi nella vita e che devono affrontare situazione che sono ben più gravi della perdita di un dito… ecco perché mi ritengo molto fortunato che si tratti solo di un pezzettino del mio dito".
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L'hockeista non nasconde che se avesse meditato un po' di più, con ogni probabilità, avrebbe agito diversamente. Che forse sarebbe stato meno drastico e avrebbe optato per metodi più convenzionali nell'affrontare la guarigione. Ma la necessità di prendere in fretta una decisione considerati i tempi ristretti (mancano una decina di giorni all'inizio delle Olimpiadi, non ce l'avrebbe mai fatta a recuperare) l'ha spinto a scegliere l'opzione più traumatica. Del resto, per Dawson farsi amputare un pezzetto di dito fa parte del gioco. Quanto a infortuni gravi, infatti, ha corso pericoli peggiori. Nel 2018, durante un contrasto, venne colpito con un bastone il trentenne e rischiò di perdere un occhio.
"Se ci avessi pensato un po' di più sarebbe stata dura. Quando ho deciso, ho chiamato mia moglie e lei mi ha detto: Non voglio che tu prenda una decisione avventata. Ma avevo raccolto tutte le informazioni di cui avevo bisogno per prendere quella decisione. Non solo per andare a Parigi ma anche per come sarebbe stata la mia vita dopo. Adesso spero di rimettermi in forma quanto prima". Qual è stata la reazione della sua squadra? Colin Batch è il tecnico dell'Australia che ha dato grande sostegno al giocatore: "Matthew si è rivolto a uno specialista e gli hanno detto che avrebbero dovuto ingessarlo. Il modo migliore per guarire, invece, era tagliargli la punta del dito. E lui lo ha fatto".