Arianna Errigo: “Si può essere mamma e atleta. Il Mondiale dopo un parto gemellare, la mia impresa”
Arianna Errigo, scopre la scherma un po’ per caso. Grazie a sua mamma che guardando questo sport in tv ai giochi olimpici se ne appassiona, decide di portare la piccola Arianna in una palestra di scherma. Così a soli sei anni, inizia il cammino di una delle atlete più rappresentative della spedizione alle Olimpiadi di Parigi 2024. Tant'è che insieme a Gianmarco Tamberi, oggi, è lei la portabandiera del team Italia.
Quando ha saputo di aver lei l'onore – e l'onere – di fare da apripista a Parigi, era di ritorno da un mondiale, in aeroporto. A comunicarglielo è stato il presidente del Coni, Giovanni Malagò: “Ho chiamato subito mio papà. Poi mia sorella, poi mio marito”. Una volta tornata a casa ha voluto dirlo di persona a sua mamma e ai suoi figli, gemelli di circa un anno.
“Essere atlete e mamme si può fare”, ci confida Arianna parlando del suo traguardo più importante nella vita e nello sport: “Il momento più bello legato a questo sport è senza ombra di dubbio il Mondiale di luglio dello scorso anno, quando sono rientrata dalla maternità, a quattro mesi e mezzo da un parto cesareo gemellare. È stata per me l’impresa più bella della mia vita: un Mondiale in casa, davanti ai miei figli, con tutte le difficoltà che ho avuto nel prepararlo”.
La mente di un atleta prima di una gara è un mondo a sé. Rituali, gesti scaramantici. Ma Arianna Errigo, ridendo, ci risponde semplicemente che riposa e cerca di mangiare bene. Poi però ammette che da quando è piccola, prima di qualsiasi gara, prepara la borsa da scherma in maniera molto accurata, mettendo le cose esattamente nello stesso modo da quando ha iniziato: “Sono disordinata nella vita, però per la scherma sono molto precisa”.
Quando le chiediamo quale sia il momento più felice legato a questo sport non ha dubbi: il Mondiale di luglio del 2023, che ha affrontato a soli quattro mesi e mezzo da un parto gemellare cesareo. Gli occhi si fanno lucidi quando spiega che quella è stata l’impresa più bella della sua vita. “Durante il combattimento non ci facciamo male”, spiega la campionessa di fioretto, “nella divisa ci sono tre strati che dobbiamo mettere, le donne mettono anche il para seno, qualche volta può uscire qualche livido, ma niente di che”, conclude Arianna.
Durante l'intervista spiega le regole base di una gara: di scialba, di spada e fioretto. Prima di andare via, scherzando rivela con un sorriso, che è vero, "ogni tanto gli arbitri ci fanno arrabbiare". Questa, verrebbe da dire, è una regola che vale per tutti gli sport.