Anna Gutu muore sullo Shisha Pangma: voleva diventare la prima americana a scalare tutti gli 8mila
Tragedia nell'alpinismo: nelle ultime ore è stata confermata la morte della statunitense Anna Gutu, che era dispersa in seguito a una valanga che aveva colpito lo Shisha Pangma, una delle 14 vette più alte al mondo, situata nell'Himalaya in Asia. Il corpo della donna – impegnata nella scalata della cima – è stato ritrovato accanto a quello della sua guida, lo sherpa Mingmar, mentre sul posto proseguono le operazioni di ricerca di un'altra scalatrice, Gina Marie, e del suo sherpa, entrambi dispersi.
L'incidente fatale è avvenuto ad un'altitudine di circa 7800 metri, non lontano dalla vetta dello Shisha Pangma, che con i suoi 8027 metri è la montagna più bassa dei 14 ottomila del pianeta. Il gruppo aveva deciso di continuare la salita nonostante le condizioni meteorologiche avverse e il rischio di valanghe: una decisione che è costata la vita alla Gutu e probabilmente anche alla sua compagna di scalata, mentre sono rimasti feriti altri tre sherpa nepalesi.
Anna Gutu, originaria dell'Ucraina ma nazionalizzata americana, cercava insieme a Gina Marie di diventare la prima americana a scalare tutte e 14 le vette più alte al mondo. Per un destino tanto crudele quanto beffardo, alle due alpiniste mancava solo lo Shisha Pangma per fare la storia: un'ultima sfida che forse le ha portare ad osare troppo quando hanno visto avvicinarsi il traguardo. Appena cinque giorni prima Anna e Gina avevano scalato il Cho Oyu (8201 metri, la sesta montagna più elevata della Terra) e hanno subito attaccato l'ultimo ostacolo sull'onda dell'entusiasmo.
Il sogno di entrambe era eguagliare i due connazionali Christopher Bernard Warner e Ed Viesturs, i soli due statunitensi che hanno conquistato le 14 vette più alte al mondo. Solo 7 donne (non americane) sono riuscite finora nell'impresa: proprio quest'anno la norvegese Kristin Harila non solo è diventata la settima, ma ha anche stabilito il record di velocità complessiva, impiegando 12 mesi e 5 giorni per raggiungere le 14 vette. La prima donna invece a farcela e scrivere il suo nome nella storia è stata la scalatrice spagnola Edurne Pasaban, quando è salita sullo Shisha Pangma nel maggio del 2010 completando tutti gli ottomila.
A dispetto dell'essere la cima più bassa del gruppo, lo Shisha Pangma è però uno dei più pericolosi. Ad oggi più di 30 persone hanno perso la vita nel tentativo di scalarlo. Un numero che potrebbe ulteriormente salire qualora anche il corpo di Gina Marie venisse ritrovato senza vita. I soccorsi sono possibili soltanto via terra: su questa montagna non esiste un servizio di elisoccorso. Vi stanno partecipando numerosi alpinisti che si sono salvati dalla valanga.