Olimpiadi Parigi 2024

Angela Carini: “Non lascio la boxe dopo le Olimpiadi, ma ho avuto il coraggio di fare una scelta”

Angela Carini torna a parlare dopo il discusso incontro di pugilato con Imane Khelif alle Olimpiadi: i retroscena di cosa è successo sul ring, il peso delle polemiche e i suoi progetti futuri.
A cura di Redazione Sport
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Intervista di Simone Giancristofaro e Peppe Pace, inviati a Parigi

Angela Carini a poco più di 24 ore dall'incontro con Imane Khelif alle Olimpiadi, che l'ha proiettata su scena internazionale per il clamore e le polemiche suscitate, guarda con più lucidità a quei 46 secondi per certi versi storici. Resta fedele alla versione raccontata a caldo, quella che l'ha vista arrendersi subito al dolore, ma ai microfoni di Fanpage.it aggiunge nuovi elementi alla storia: la solidarietà nei confronti dell'avversaria, ignorata inizialmente sul ring, e la chiarezza riguardo i programmi futuri. Sempre sul ring, che Angela non intende abbandonare, nonostante crede sarà necessario un periodo di riflessione dopo quanto accaduto a Parigi.

Angela, cosa è successo in quei 46 secondi?
"Sono passati davanti ai miei occhi tutti i sacrifici. Sono salita sul ring lasciando al di fuori di tutto quello che stava accadendo perché stava iniziando la mia Olimpiade, il mio sogno, quindi ero uscita dallo spogliatoio per andare a combattere. Ero veramente felice. Prima di salire ho guardato il mio maestro e gli ho detto che stavano iniziando i miei Giochi. Dopo aver ricevuto il primo colpo mi dava fastidio il caschetto e sono andata all'angolo e lì ho detto al maestro: ‘Mi fa malissimo il naso'. Appena sono rientrata, per andare verso di lei, ho ricevuto il secondo e lì ho avuto un impatto fortissimo: in quell'istante non ho capito nulla. Ero in un altro mondo. Avevo preso un colpo ed ero KO".

Lì per lei è finita.
"Ho avuto quella lucidità di alzare la mano ed andare verso il mio angolo, sono una pugile esperta, faccio pugilato da quando avevo 12 anni e il ring è la mia vita, so cosa significa prendere i colpi. Questo è stato il mio mestiere, sono sempre stata una lottatrice, non ho mai mollato. Se l'ho fatto è perché in quell'istante io mi sono sentita persa, ho pensato per un attimo alla mia famiglia, alla mia salute e ho detto ‘Basta, finiscila ora Angela'".

È stato il secondo colpo quello che le ha dato la certezza di non poter proseguire?
"Sì, ho accusato quel colpo. Da pugile esperto sono consapevole che sul ring si portano i colpi e si prendono: quel colpo l'ho accusato forte. Mi sono sentita male proprio in quell'istante, quando sono andata all'angolo ho chiesto aiuto al mio maestro perché in quel momento ho sentito di fare quello, e l’ho fatto per la mia salute. Poi, dopo la morte di mio padre, la mia famiglia si preoccupa sempre quando combatto perché sono la piccolina di casa".

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Tutto il contorno di polemiche dei giorni precedenti ha influito sulla sua decisione?
"No, assolutamente, perché i social per me non esistevano. Anzi, ero molto dispiaciuta sia per me che per la mia avversaria. Siamo due atlete che stanno vivendo un sogno, che sono qui per combattere, l'Olimpiade è l'apice per ogni atleta. Vivere questa situazione per entrambe non è stato bello, ma io sono salita sul ring al di là delle polemiche e al di là di tutto. Ero felicissima, serena. Stavo coronare il mio sogno, salire sul ring olimpico dopo tanti sacrifici e dopo la morte di mio padre. Ho sognato questo momento con tutta me stessa".

È sembrato ci fosse freddezza con la sua avversaria.
"Nulla di personale con Imane, ha tutto il mio rispetto. Il mio mancato saluto finale deriva dal fatto che in quel momento io sono un’atleta, una pugile, si bloccano il mondo e il tempo, mi passano davanti tutti i sacrifici fatti. Se l'avessi vista subito dopo l'avrei abbracciata e le avrei detto di continuare fino alla fine".

Si è sentita usata dalla politica?
"Assolutamente no, mi sono sentita molto sostenuta da tutti gli italiani per quello che stavo affrontando. Mi hanno solo sostenuta. La Meloni mi ha accolto come una figlia perché lei è sicura che farò grandi cose".

Ha ricevuto il sostegno di tanti personaggi famosi, perfino da Elon Musk, ci può dire qualcuno che l'ha contattata?
"Ho visto che tanti mi hanno sostenuta. Mi piacerebbe risalire sul ring, far vedere che io sono una combattente e una lottatrice nata. Mio padre mi ha insegnato questi valori qui. Se mi sono fermata un motivo ci sarà, quindi ogni giudizio per me non conta. Io sarò Angela fino alla fine, ho fatto quello che sentivo di fare in quel momento. E quando mi sono inginocchiata era solo per salutare mio padre e dirgli queste parole: ‘Scusa babbo, se la tua Angelina questa volta non ce l'ha fatta'".

Durante la proclamazione della vincitrice ha ripetuto spesso "Non è giusto". A cosa si riferiva?
"Beh, che non era giusto che la mia Olimpiade finisse in quel momento, non era giusto che i miei sogni finissero lì. Poi ognuno strumentalizza la parola come vuole. Mi sembrava tutto un sogno, pensavo ‘non è possibile che mi sia successo questo'. Mi sono sentita persa".

Per essere chiari, non era un sentirti vittima di una ingiustizia in particolare?
"Assolutamente, non sarei salita sul ring. Avrei potuto fare delle strategie primai. Io avevo un sogno e sono salita sul ring con grinta, con tutta la mia determinazione. Ero felice. Poi ho iniziato a combattere e ho ricevuto quel colpo: il primo mi ha fatto malissimo, dopo il secondo non ho capito più nulla, sono andata all'angolo e ho salvaguardato me stessa. Ho fatto ciò che sentivo di fare, il resto non mi interessa".

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Si è parlato molto di un possibile ritiro dalla boxe, conferma o smentisce?
"Dovete anche capire che magari in quel momento un'atleta ha appena visto un sogno distrutto. Magari avrò detto ‘ciao alla boxe', ma soloperché devo un attimo riflettere, stare un po' da sola con i miei pensieri, con la mia famiglia e riprendermi. Non è facile cadere, dopo tanti anni che prepari un sogno: mi era successo a Tokyo, dopo la morte di mio padre, e sono caduta. Non l’accettavo ma ho messo tutta me stessa per rialzarmi. Adesso ritrovarmi fuori di nuovo e non poter portare le medaglie a mio padre mi ha fatto stare male".

Vincerà questo periodo la delusione o la passione?
"Io amo la boxe, il ring, sono nata con i guantoni. La boxe è tutta la mia vita, ho sempre lottato per i miei sogni e lo continuerò a fare, soprattutto perché mio padre amava questo sport e lo devo anche un po' a lui. Lo faccio per me stessa, perché è una grande passione, altrimenti non sarei arrivata qui. Ho vinto tanto, sono diventata campionessa del mondo e campionessa europea, faccio pugilato da quando avevo 12 anni. In questi anni ho perso e vinto tanti match. Ho avuto il coraggio di prendere le mie decisioni e di fare una scelta. Anche quello fa di te una grande donna, e non lo dico con presunzione: lo dico perché ci vuole coraggio a prendere delle scelte".

Cosa le avrebbe detto suo padre dopo questo match?
"Lui mi avrebbe sostenuta a prescindere mio padre, mi ha sempre insegnato dei valori importanti: onorare l'avversario, rispettare l'avversario…forse avrebbe detto avrebbe capito qualsiasi cosa che ho fatto in quel momento. Forse mi avrebbe abbracciata e mi avrebbe detto ‘Non ti preoccupare Angelì, vai avanti a babbo’. Queste sarebbero state le sue parole e ne sono certa. Mio padre mi ha insegnato sempre ad essere leale, giusta, avere rispetto per l'avversario e mi è dispiaciuto non aver fatto passato il messaggio che non ho salutato la mia avversaria. Come ho già detto, se la vedessi adesso la abbraccerei".

Vuole mandare un messaggio a Imane Khelif?
"Mi auguro che arriverà in finale e vincerà le Olimpiadi. Avrò modo di rivederla. Io penso che in questa situazione io e lei non c'entriamo nulla. Noi siamo qui perché stiamo inseguendo un sogno, non siamo nessuno per giudicare quello che è giusto e quello che è sbagliato. Le persone che devono giudicare tutto questo ci sono e hanno le competenze per poterlo. Noi atleti facciamo il nostro lavoro, che è combattere, e l'abbiamo fatto. A me è andata così, Imane ha vinto e va bene così. Non siamo nessuno per poter giudicare".

Nessun rimpianto?
"Per me va bene così, io ho combattuto e onorato la memoria di mio padre. Se avessi voluto usare delle strategie non sarei salita sul ring. Sono uscita da quello spogliatoio con il sorriso, sono andata lì con rispetto assoluto. Quindi io non ho nulla da aggiungere. Abbiamo combattuto, io ho onorato l'Italia e poi il resto verrà da sé".

È vero che conosceva già la sua avversaria?
"Non ci ho mai combattuto e non ho avuto modo di allenarmi con lei, non c'è mai stato un test match tra di noi, abbiamo fatto forse un mezzo sparring ad Assisi ma non mi ricordo bene".

Se potesse ripetere il match cambierebbe qualcosa?
"No, perché da pugile esperta, e non essendo riuscita ad incassare quel colpo, mi sono fermata. Io sono consapevole di prendere dei colpi, sono consapevole di poter cadere al tappeto e anche rialzarmi, ma la vita è la mia e se ho deciso di fare una cosa è perché in quell'istante ho sentito di salvaguardare la mia vita".

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In qualche momento sembrava quasi non fidarsi del suo maestro, che non la manderebbe mai in pasto ad una mattanza…
"Il maestro mi diceva ‘continua' perché loro mi conoscono, non mi hanno mai visto arrendermi: io sono sempre stata una che prende un colpo e ne dà tre. Sono sempre stata molto combattiva, ma in questo match non ci sono riuscita. Appena ho preso questo colpo ho guardato il mio maestro, che mi diceva di continuare, ma io non ce l'ho fatta perché mi stavo sentendo malissimo. In quel momento non ho incassato il colpo, ed è l'unica cosa che rifarei se tornassi indietro, ma non si può. Ho fatto tutto nella massima purezza, non volevo fare una scenata per andare contro Imane. Assolutamente".

Che cosa pensa delle tante critiche che le hanno mosso in queste ore? 
“Mi astengo da tutto. Noi siamo degli atleti che sono qui per coronare un sogno. Qualsiasi cosa venga detta a me non interessa perché io sono una ragazza limpida, trasparente, e tutto quello che ho fatto è sempre stato con la massima consapevolezza".

Come sarà il suo rientro sul ring dopo tutto quello che è accaduto in questi giorni?
"Farò le cose che ho sempre fatto fino ad oggi, ho sempre combattuto con onore e lealtà: o vinco o perdo, si accetta e si va avanti. Da quando mio padre non c'è più combatto in suo onore e sarò sempre la ‘tigre', come mi ha denominata mio padre. Un match non può pregiudicare tutto quello che ho fatto nella mia carriera, sono consapevole di ciò che ho fatto nella mia vita, quindi non posso far altro che sorridere e non vedo l'ora di prepararmi alle prossime competizioni".

Quindi possiamo dire ‘a presto boxe'?
"A presto boxe".

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