Andrea Masi, rugbista italiano originario de L'Aquila, è da oggi nella storia dello sport italiano. Infatti il non ancora 30enne giocatore del Metro Racing di Parigi è stato premiato quale miglior giocatore del 6 Nazioni, prestigiosa competizione continentale che vede impegnate le nazionali di Inghilterra, Galles, Francia, Scozia, Irlanda e appunto Italia. Il riconoscimento arriva al termine di una edizione vinta dalla Nazionale inglese (4 vittorie ed una sconfitta a titolo già vinto contro l'Irlanda), nella quale l'Italia, pur chiudendo all'ultimo posto, si è tolta la soddisfazione di battere i più blasonati francesi, in una incredibile partita conclusasi con un calcio piazzato di Bergamasco a pochi minuti dal termine.
Proprio in questa partita il capolavoro di Andrea Masi, con una meta fondamentale che consentiva agli azzurri di ridurre lo svantaggio e cominciare una clamorosa rimonta. Ad assegnare il riconoscimento un sondaggio online aperto agli appassionati sul sito ufficiale della competizione, con il 30% dei consensi che è andato al tre – quarti centro aquilano, protagonista anche di una straordinaria stagione con il proprio club, squadra nella quale militano anche altri campioni della Nazionale azzurra guidata da Nick Mallet come il pilone Andrea Lo Cicero, il tallonatore Carlo Festuccia, il seconda linea Santiago Dellapè e il tre quarti Mirco Bergamasco.
Insomma, un riconoscimento di enorme valore simbolico anche per il movimento rugbistico italiano, che passo dopo passo sta acquistando considerazione e rispetto tra le big d'Europa e soprattutto sta continuando a regalare grandissime emozioni ad appassionati e neofiti. Anche in questa edizione, malgrado l'iniziale delusione della partita contro la Scozia (avversario alla nostra portata), la Nazionale ha infatti potuto contare sul calore e sull'entusiasmo del pubblico che ha affollato gli spalti del Flaminio di Roma: migliaia di persone capaci di sostenere la squadra anche nei momenti bui, di premiare uno scatto a risultato compromesso, un recupero a partita finita e di gioire finanche per il modo in cui i giocatori accolgono una sconfitta. Andando oltre la retorica del "terzo tempo", dello "sport fra gentiluomini" e del rispetto dell'avversario, caratteristiche peculiari ed intrinseche di questo sport ed in generale di un modo di intendere la vita, non possiamo non sottolineare la crescita ulteriore del fenomeno – rugby, ancora anni luce lontano da certa "mediocrità pallonara e qualunquista delle moviole e degli urlatori di professione" che rischia di distruggere invece il nostro tanto amato calcio.