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Ambra Sabatini: “Ancora troppi sguardi pietosi verso la disabilità, barriere mentali da abbattere”

Ambra Sabatini torna in Italia con una straordinaria medaglia d’oro al collo conquistata, con record mondiale annesso, nei 100 metri alle Paralimpiadi di Tokyo. “L’ho riposta nella zaino e lo riapro per controllare che ci sia ancora e che sia tutto vero”. Poi, il pensiero alla lotta contro i tanti pregiudizi: “Troppi sguardi pietosi, ancora tante barriere mentali da abbattere”
A cura di Alessio Pediglieri
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Ambra Sabatini saluta Tokyo e le Paralimpiadi, che le hanno regalato emozioni uniche, indimenticabili. Una medaglia d'oro nei 100 metri con relativo ritocco al record del mondo, già in suo possesso, per l'epico trionfo azzurro sulla pista giapponese che ha visto salire sul podio contemporaneamente tutte le italiane in finale: lei, Martina Caironi per l'argento e Monica Contrafatto per la medaglia di bronzo.

"Arigato Tokyo", inizia così il lungo racconto che la Sabatini ‘regala' a tutti gli appassionati, sulle pagine de La Stampa, ritornando in Italia e riavvolgendo il nastro de ricordi sui recenti fasti giapponesi che l'hanno vista tra le principali protagoniste, in una spedizione azzurra entrata nella storia con le 69 medaglie. Record assoluto alle Paralimpiadi, dove è stato annichilito quanto di buono era stato già fatto a Rio con 39 podi. "Sono sul volo di ritorno per l’Italia e scorro sul mio telefono la marea di video e foto che mi ha mandato mezzo mondo".

I festeggiamenti e le congratulazioni sono ovviamente relativi allo straordinario 14″11, il tempo con cui ha chiuso la finale olimpica dei 100 metri, categoria t63. "Amici, parenti, conoscenti, perfetti sconosciuti. Sono fantastici, mi sento travolta da un affetto che non avevo mai sentito così forte prima" continua Ambra Sabatini. "Riguardandoli, riaffiorano le emozioni vissute nelle ultime settimane pazzesche. Ho messo la medaglia nello zaino e a volte lo riapro per controllare che sia ancora lì, che sia tutto vero e che non me la sia sognata addormentandomi in aereo".

Subito dopo la tripletta storica per l'Italia nei 100 metri femminili T63 Ambra Sabatini aveva già sottolineato come quella medaglia fosse stato un obiettivo da conquistare ad ogni costo. "Desideravo troppo la medaglia, rappresenta il riscatto di questi due anni dall’incidente e finalmente mi sento completa" aveva detto subito dopo il trionfo. Adesso, tornando in Italia ritorna sull'argomento, di sull'essere un'atleta paralimpica e una persona disabile, con tutti i momenti più difficili che ha dovuto superare anche poco prima del trionfo di Tokyo

Qualche giorno prima della gara mi hanno tolto la protesi del cammino, perché mi dava fastidio e ho dovuto utilizzare le stampelle, proprio come ai vecchi tempi… Ho notato parecchi sguardi di pietà solo perché ero una ragazza senza una gamba e in stampelle..  In quegli attimi mi era sembrato di essere tornata indietro.

Ambra Sabatini non dimentica i momenti difficilissimi trascorsi dal 2019, quando le venne amputata la gamba un trauma dal quale prese forza anche grazie "all'ammirazione di medici e infermieri che mi diedero delle potenzialità motivazionali da mettere a disposizione di chi non avesse avuto la forza di rimettersi in gioco con la vita". E prova a ad essere messaggera di speranza davanti alle resistenze ancora presenti e diffuse

In Italia le barriere architettoniche sono tante, ma ancor più quelle mentali: se incominciassimo ad abbattere quest'ultime sarebbe tutto molto più semplice. A tutti coloro che non pensano di farcela dico di avvicinarsi allo sport paralimpico dove il significato di fare sport raggiunge livelli impensabili: alle Olimpiadi si creano eroi. Alle Paralimpiadi arrivano gli eroi

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