Accuse shock di Chamizo, scandalo prima delle Olimpiadi: “Mi hanno offerto 300mila dollari per perdere”
Dopo lo sfogo sui social, il lottatore italiano Frank Chamizo rincara la dose aggiungendo alcuni inquietanti dettagli riguardo a quanto avvenuto nella semifinale del torneo preolimpico di lotta libera andato in scena a Baku dove è stato penalizzato da un arbitraggio discutibile che ha favorito l'atleta di casa Turan Bayramov e che gli ha impedito di conquistare la qualificazione alle Olimpiadi di Parigi 2024.
Dopo aver perso l'incontro per un challenge richiesto a tempo scaduto dalla squadra azera che ha ribaltato dunque l'esito assegnando la vittoria all'azero, il 31enne azzurro originario di Cuba aveva denunciato l'accaduto parlando di "persone vendute e corrotte che hanno dovuto giudicare" e ora, in un'intervista rilasciata a Repubblica, spiega nel dettaglio cosa è successo in Azerbaijan delineando, qualora fosse accertato, di un vero e proprio scandalo a cinque cerchi.
"I cinque giudici sul tappeto hanno preso la stessa decisione, riconoscendo che avevo messo a terra il ginocchio destro dell'avversario e che quindi avevo vinto. Dopo un match in cui il mio avversario, che in precedenza avevo sempre battuto, per cinque minuti non ha fatto che scappare. Poi si sono inventati un challenge a tempo scaduto, che non si può fare. A questo punto il presidente di tappeto ha guardato le immagini di una sola telecamera della video review e ha stabilito che quella mossa non c'era, contraddicendo gli altri cinque giudici" racconta difatti l'italo-cubano spiegando cosa è accaduto al termine dell'incontro contro il lottatore azero.
Ma le accuse più pesanti fatte da Frank Chamizo riguardano ciò che è accaduto prima del match contro Bayramov: "Sapevo che dovevo dare il doppio, il triplo in Azerbaigian, perché lottavo a casa loro e avevano comprato tutto. Lo stesso arbitro è stato con gli azeri per tutto il torneo. Io ce l'ho fatta, ma poi è successo qualcosa che ricorda il pugilato di tanti anni fa. E allora sì, lo voglio dire, sono venuti da me offrendomi dei soldi, 300mila dollari per perdere. Non voglio dire chi, ma è successo la mattina del peso" ha proseguito difatti il bronzo olimpico di Rio 2016.
Chamizo ovviamente non ha accettato ("Li ho mandati a fan***o perché non rappresento solo me stesso, ma anche l'Italia, la mia Federazione, la Fijlkam, e l'Esercito. Non è facile rompere la mia integrità" le sue parole), ma questa volta non ha intenzione di stare zitto e assistere passivamente a questo scandalo: "Sono così schifato che non mi sembra di parlare di sport. Ti guardano negli occhi come a dire: ‘Se non li prendi tu i soldi li prende qualcun altro'. I soldi muovono tutto. Mi esprimono solidarietà dagli Stati Uniti, dove combatto spesso, mi dicono che il responsabile dello scandalo sarà fermato: ma io che me ne faccio?" ha infatti aggiunto Frank Chamizo consapevole che difficilmente si potrà provare la corruzione che denuncia e che dunque per coltivare il sogno di essere nuovamente alle Olimpiadi, quest'estate a Parigi, ha ora a disposizione una sola chance, i Mondiali di Istanbul in programma a maggio.
"Sono stato un signore, ma se in Turchia ci riprovano faccio un macello. Ho avuto problemi personali per un paio d'anni, ho perso mia nonna e il mio manager che era come un padre. Ma ora so che sono tornato me stesso, il Frank Chamizo che vince all’ultimo secondo" ha infine chiosato lo sconsolatissimo lottatore italiano che dunque non si aspetta che vi siano delle conseguenze per la sua pesantissima accusa e che dovrà guadagnarsi sul materasso di Istanbul ciò che aveva già guadagnato a Baku prima di quel challenge a tempo scaduto che ha cambiato l'esito di un match già vinto. Ovviamente lui ci proverà dino alla fine ma il timore che questo scandalo denunciato si ritorca contro di lui c'è e le sue parole non lasciano spazio a dubbi: "Mi rimetto a lavorare. Il triplo, sperando che basti".