Accuse di imbrogli nella marcia alle Olimpiadi, spunta un video: ma non può essere usato
Un paio di video spuntati nelle ultime ore stanno facendo gridare allo scandalo nella marcia alle Olimpiadi di Parigi: i filmati si riferiscono alla prova dei 20 km disputatasi ieri, che ha visto la vittoria dell'ecuadoriano Brian Pintado, col nostro Massimo Stano amaramente quarto, anche a causa di una dolorosa distorsione alla caviglia. Ebbene – secondo chi ha postato i video in questione, ma anche chi li ha visti – gran parte degli atleti impegnati ai Giochi sarebbero nient'altro che ‘cheaters', ovvero imbroglioni, meritevoli di "essere squalificati". Questo perché – da quanto si vede chiaramente nei filmati – (quasi) nessuno rispetta la regola base della marcia, ovvero quella del contatto continuo col terreno. Il punto è quei video valgono zero, lo dice proprio il regolamento della marcia.
I video mostrano i marciatori alle Olimpiadi in "fase di volo"
In effetti, vedendo quelle immagini al rallentatore, si può notare che ci sono momenti in cui entrambi i piedi sono sollevati dal terreno, in quella che si chiama "fase di volo" e che è proibita dalla Regola Tecnica 54 che disciplina la marcia nell'atletica leggera. Quest'ultima, al secondo comma, recita: "La marcia è una progressione di passi eseguiti in modo tale che l'atleta mantenga il contatto con il terreno, senza che si verifichi una perdita di contatto". E fin qui sembrerebbe dunque che gli atleti olimpici di Parigi 2024 fossero tutti da caricare su una camionetta e portare direttamente in albergo con disonore, buttando le medaglie nella Senna invece di assegnarle.
La Regola 54: la visibilità "all'occhio umano" dell'infrazione
Ma… c'è un ma. La Regola 54.2 non termina lì, c'è qualche altra parola che prima abbiamo omesso: "…senza che si verifichi una perdita di contatto visibile all'occhio umano". L'infrazione deve essere visibile in tempo reale – nel suo svolgersi – all'occhio umano dei giudici posti sul percorso, che distribuiscono gli avvisi di squalifica ed eventualmente poi mandano a casa chi beccano – col loro sguardo allenato – nella reiterazione dell'infrazione.
Quello che conta parimenti – e che può essere individuato più facilmente dai giudici – è l'altro elemento tecnico che caratterizza la marcia, che chiude la regola 54.2, ovvero il blocco del ginocchio: "La gamba avanzante deve essere tesa (cioè non piegata al ginocchio), dal momento del primo contatto con il terreno sino alla posizione della verticale".
Al comma successivo, la Regola spiega: "Il Giudice di Marcia, nell'esprimere il suo giudizio, deve tenere in considerazione i due canoni fondamentali della RT.54, che determinano la regolarità del passo di marcia:
– Continuità di contatto dei piedi con il terreno (errore tecnico sospensione)
– Gamba avanzante tesa al primo impatto con il terreno fino al raggiungimento della
posizione verticale (errore tecnico sbloccaggio)
L’errore tecnico della sospensione, detta comunemente «fase di volo», avviene quando l'atleta in avanzamento perde il contatto con il terreno con entrambi i piedi (visibile all'occhio umano). L'errore tecnico dello sbloccaggio si verifica quando l'atleta ha il ginocchio piegato della gamba avanzante dal primo contatto con il terreno fino alla verticale".
Al comma successivo, viene ribadito il punto fondamentale della visibilità delle infrazioni al solo occhio umano, senza uso della tecnologia: "Il Giudice di Marcia deve esprimere il suo giudizio con serenità, in forma individuale e in completa autonomia, basandosi esclusivamente sull'osservazione fatta con l’occhio umano. Quando non è completamente convinto che l'atleta osservi interamente la Reg.54.2, il giudice avvisa ‘’atleta mostrando la paletta gialla (Richiamo). I giudici possono richiamare gli atleti una sola volta per lo stesso tipo di errore. Il Giudice di Marcia, quando si convince che l'atleta non rispetta la Reg. 54.2 lo comunica al Giudice Capo tramite l'invio di un cartellino rosso (Ammonizione). L'insieme dei giudizi dei componenti della Giuria Marcia determina il giudizio finale".
Nessuno "scandalo": i video al rallentatore contano zero
I video dello "scandalo" della marcia alle Olimpiadi, col loro ‘rallentatore' esasperato, sicuramente indicano – soprattutto per alcuni atleti – il voler spingere al limite la correttezza tecnica del gesto, se non oltre per qualcuno che ha esagerato. Ma dal punto di vista regolamentare, per formare il giudizio sulla regolarità della prova di chicchessia, valgono zero.