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Olimpiadi Parigi 2024

A 99 anni era in ospizio, ha ricevuto una lettera: “Porterai la fiaccola olimpica”. Lo fece nel 1948

A 99 anni Daniel Rebiffé porterà ancora la fiaccola olimpica dopo 76 anni dalla prima volta. L”ex atleta francese lo fece nel 1948 per i Giochi di Londra, adesso è stato nominato tedoforo per le Olimpiadi di Parigi: “Mi sono venute le lacrime agli occhi”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Dopo ben 76 anni, Daniel Rebiffé porterà ancora la fiaccola olimpica, partecipando alla staffetta sul suolo francese che si concluderà venerdì prossimo 26 luglio alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi 2024. Una storia bellissima, quasi incredibile, quella del longevo ex atleta francese, che oggi ha 99 anni. Ne aveva appena 23 quando fu scelto tra i tedofori dei Giochi di Londra del 1948.

Daniel Rebiffé ancora tedoforo olimpico dopo 76 anni

"Non nascondo che mi sono venute le lacrime agli occhi", dice Rebiffé dalla sua residenza per anziani di Amboise, ricordando il giorno in cui ha ricevuto una lettera del presidente del comitato organizzatore di Parigi 2024, Tony Estanguet, in cui gli veniva comunicata la notizia che era stato nominato ufficialmente. Era stato lui stesso a proporsi, quando aveva saputo che la fiamma olimpica sarebbe passata per la sua città natale, Etampes, lunedì 22 luglio: in quel momento Daniel ha deciso di portare ancora una volta la fiaccola.

Daniel Rebiffé porterà nuovamente la fiaccola olimpica dopo 76 anni
Daniel Rebiffé porterà nuovamente la fiaccola olimpica dopo 76 anni

L'ex corridore lo ha dunque annunciato entusiasta al figlio Sylvain: "A Natale dell'anno scorso mi ricevette vestito con abiti sportivi. Indossava un berretto e la fiamma dei Giochi di Londra del '48. Mi disse: Voglio rifarlo, sono pronto!". Un entusiasmo debordante, che è riuscito ad arrivare all'obiettivo dopo aver superato lunghe trafile burocratiche: lunedì Rebiffé porterà la fiaccola olimpica per un tratto di percorso.

La prima volta nel 1948, per le Olimpiadi di Londra

Daniel si unì alla Guardia Repubblicana all'età di 19 anni, subito dopo la guerra. Corridore olimpico, fu uno dei 24 atleti scelti nel 1948 per portare la fiamma attraverso il suolo francese dal confine svizzero a quello lussemburghese. "Fu una cosa improvvisata dalla federazione all'ultimo minuto e ha comunque avuto molto successo – ricorda oggi – Abbiamo percorso 550 chilometri in Francia, giorno e notte, accompagnati da un motociclista davanti e uno dietro".

Una foto dell'epoca del corridore francese
Una foto dell'epoca del corridore francese

Rebiffé racconta a France-Presse di essere stato "accolto a braccia aperte" durante tutto il viaggio. "Al nostro passaggio i comitati organizzavano fuochi d'artificio e balli. Ma non c'erano i media a festeggiare l'evento", ride guardando un album di foto ingiallite, altro che social. Di quell'esperienza ha conservato una copia della torcia, realizzata in ghisa e alluminio: "Non era leggera, aveva al suo interno una sfera di metano che dovevamo ricaricare periodicamente. Inoltre non potevamo portarla molto vicino al corpo. Bisognava allungare il braccio. Dopo pochi chilometri diventava molto pesante".

La copia della fiaccola dei Giochi di Londra in possesso di Rebiffé
La copia della fiaccola dei Giochi di Londra in possesso di Rebiffé

Durante il percorso, una guardia d'onore composta da tre o quattro corridori seguiva la fiamma in ogni tappa. Era presente anche un delegato inglese del Comitato Olimpico: "Portava un'urna con una fiamma nel caso in cui la nostra si fosse spenta. Tra Contrexéville e Vittel, alle tre del mattino, ci fu un temporale e dovemmo caricare la torcia sull'autobus. Nonostante tutto, non si è mai spenta". Per l'arzillo Rebiffé portare nuovamente la fiaccola nel 2024 è "un'occasione unica per rivivere questo viaggio".

"La porterò per pochi metri, ho quasi 100 anni!"

"Tutti ricordiamo i Giochi di Berlino del 1936, quando Hitler si rifiutò di stringere la mano all'americano Jesse Owens. Immaginate la gioia immensa del 1948 quando ci ritrovammo con un'Olimpiade in un'Europa in pace. Questo è ciò che voglio trasmettere alle nuove generazioni – spiega Daniel, che poi fa capire che al massimo potrà fare qualche metro con la fiaccola olimpica in mano – Per pochi metri, perché no? Ma non di più… Con quasi 100 anni bisogna essere ragionevoli!".

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