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A 80 anni fa il record mondiale piegato in due, sorpresa dopo il traguardo: pensava di aver fallito

Risultato eccezionale per Bosse Pelander che è riuscito a far registrare un record mondiale. Non era però quello che si era prefissato lo svedese.
A cura di Marco Beltrami
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Bosse Pelander è una vera e propria istituzione nel mondo della corsa. Questo signore svedese di 80 anni per tutta la sua vita ha coltivato la passione per lo sport e in particolare per le gare podistiche. L'età non più giovanissima non ha rappresentato un ostacolo per Pelander che ha provato a stupire ancora confrontandosi con una prova speciale e molto dura.

Il corridore nordico dopo aver raccolto numerosi successi negli ultimi anni, si è confrontato con un nuovo tentativo di record mondiale. Bosse Pelander ha partecipato ad una gara di sei giorni sul Viadal di Scania, con l'obiettivo di percorrere il maggior numero complessivo di chilometri. L'obiettivo era quello di superare il primato dell'americano Donald Winkley, che nel 2019 ha corso 526 chilometri in 144 ore. L'atleta 80enne ce l'ha messa tutta ma non è riuscito nel suo intento fermandosi a quota 493 chilometri.

Si tratta del secondo risultato migliore di sempre per un ottantenne in questo tipo di gara, che gli è valso anche il primato europeo. Tra l'altro ad impreziosire ulteriormente la sua performance ci sono anche le difficoltà fisiche accusate nel quinto giorno. Un dolore alla schiena ha messo a repentaglio la sua gara ma nonostante tutto Pelander, seppur piegato in due dal dolore, è riuscito a tenere duro completando la sua gara. L'amarezza per non essere riuscito ad ottenere l'obiettivo prefissato è stata cancellata dopo il traguardo, visto che gli verrà comunque accreditato il risultato chilometrico ottenuto nelle 72 ore della corsa di 6 giorni. Alla fine dunque è arrivato comunque un record iridato.

Questo significa che torna a casa con un record mondiale sulla mezza distanza, un motivo comunque d'orgoglio. Ad Aftonbladet, lo stoico atleta ha dichiarato: "Sono molto soddisfatto della gara. È andata straordinariamente bene. Ma l'ultima cosa non ha funzionato. Il mio obiettivo era di percorrere 527 chilometri e le previsioni erano buone fino a poche ore dalla partenza. Ma poi era quasi impossibile alzarsi dalla sedia. Con sei ore rimaste, ho capito che non avrebbe funzionato e poi la motivazione è scomparsa. Ho fatto quello che potevo.Ora sono secondo nelle statistiche mondiali, quindi dovrò lottare per un altro anno".

Ha dormito per un totale di 6 ore ed è stato costretto a correre dopo l'infortunio in una posizione a dir poco scomoda. La sua soddisfazione però è notevole: "Per i primi tre giorni non ho chiuso occhio. Il dolore alla schiena? Un lato era più forte dell'altro e quindi ho dovuto appoggiarmi, ero molto stanco quando correvo in pendenza. Il record sulla mezza distanza? Posso esserne orgoglioso!".

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