Gout Gout ancora una volta impressionante: straccia tutti gli avversari partendo 20 metri più indietro

Gout Gout si è preso la scena assoluta nella gara “ad handicap” della Stawell Gift, una storica gara di velocità in cui gli atleti vengono posizionati ai blocchi in base ai tempi e alla forma fisica. Il 17enne è scattato così 20 metri dietro a tutti gli avversari che ha poi superato uno ad uno con una progressione a dir poco impressionante.
A cura di Alessio Pediglieri
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Il nuovo fenomeno dell'atletica mondiale, l'australiano di origini sudanesi Gout Gout ha ancora una volta impressionato il mondo della velocità:  alla Stawell Gift, una storica gara ad handicap basata sui tempi degli atleti, il giovane velocista ha vinto la sua batteria dei 120 metri in 12″ e 31, anche se la gara regolare tra gli "umani" è stata vinta da Evans in 12.13.

La Stawell Gift è una prova di velocità molto particolare che ha caratterizzato l'atletica mondiale essendo ad oggi la più antica e conosciuta prova a scopi benefici di tutta l'Australia, in cui i concorrenti vengono classificati in base alla loro forma fisica e ai tempi, ritardandoli sulla linea di partenza su vari punti dove posizionare i blocchi affinché tutti raggiungano il traguardo più o meno nello stesso momento.

Una spettacolare gara che in questa edizione è stata arricchita dalla presenza di Gout Gout che è stato posizionato circa 20 metri dietro sul rettilineo rispetto a tutti gli altri concorrenti. Ciò però, non ha evitato al 17enne di superare tutti i suoi rivali, vincendo la serie con un tempo di 12″ e 31, con una progressione a dir poco impressionante. Tuttavia, non è stato il più veloce nella classifica generale dopo aver completato l'intera serie, poiché John Evans, partito più avanti, ha vinto con un tempo inferiore, di 12.13.

Ovviamente tutti gli occhi sono stati per Gout Gout che non ha deluso le attese anche se si cimentava su una superfice non consona per le gare di velocità e su cui non si è frequentemente allenato, l'erba. Un "problema" per tutti ma non per lui che si è ritrovato subito a proprio agio: "Mi sentivo come se stessi correndo su una pista sintetica. Credo che questa gara particolare si possa definire soprattutto un gioco psicologico. Mi sono trovato a mio agio perché adoro inseguire la gente, questo è il tipo di gara che amo. I 120 metri sono letteralmente una delle distanze perfette per me, perché nei 100, ovviamente, non ho molto tempo per raggiungere la mia velocità massima. Qui riesco a guadagnare la giusta velocità proprio grazie a quei 20 metri in più".

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