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Vagnozzi va da Baggio e si porta dietro una missione per Sinner: “Mi ha detto una cosa sola”

Simone Vagnozzi, coach di Sinner, racconta l’incontro con Roberto Baggio e poi svela il confronto acceso avuto con Jannik al Roland Garros: “Da allora non è più successo di vederlo così in campo”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Dopo aver staccato la spina per un po' dopo la squalifica di tre mesi patteggiata con la WADA, tra l'abbraccio della famiglia, qualche sciata e giornate spensierate con gli amici, Jannik Sinner ha gradualmente ripreso ad alzare i giri del suo motore in vista del rientro previsto agli Internazionali d'Italia a Roma il mese prossimo: prima la parte atletica, poi finalmente – quando gli è stato consentito dai regolamenti – la ripresa della racchetta in mano per allenarsi con altri tesserati in circoli affiliati. Ecco dunque il 23enne riapparire in campo per scambiare qualche palla con l'amico Jack Draper, numero 6 al mondo, insomma non proprio uno sparring partner della domenica.

La storia Instagram pubblicata da Sinner per ringraziare Draper
La storia Instagram pubblicata da Sinner per ringraziare Draper

"Stiamo bene – fa il punto della situazione Simone Vagnozzi, coach di SinnerStaccarci dal tennis per un po' di settimane non ci ha fatto male. Il circuito è una giostra che continua ad andare, ci sono poche pause. Quando sei in cima ti viene richiesto il 100 per cento ogni settimana. Il tennis è una metafora della vita. Richiede capacità di adattamento in circostanze sempre nuove. Palline, superfici, continenti diversi. Noi non potevamo far altro che accettare quello che sarebbe arrivato, cercando di tirare fuori il meglio da questo stop".

Vagnozzi e l'incontro con Baggio: hanno parlato di Sinner

Vagnozzi, che ha iniziato la collaborazione con Sinner tre anni fa quando era numero 10 al mondo e lo ha portato, assieme a Darren Cahill, a vincere tre Slam e prendersi la vetta della classifica ormai da quasi un anno, svela il recente incontro con un altro campione amatissimo dello sport italiano, Roberto Baggio: "Mi piace incontrare i fuoriclasse, è utile per il mio lavoro capire come ragionano. A proposito di Jannik mi ha detto una cosa soltanto: ‘Fallo stare bene'. La positività al doping è stata uno shock. Dopo aver ricostruito quello che è accaduto ho detto a Jannik che dovevamo andare in giro a testa alta. Non aveva fatto nulla di sbagliato, chi ha letto i documenti lo sa. Non auguro a nessuno di vivere una situazione del genere".

Simone Vagnozzi assieme a Jannik Sinner, un sodalizio iniziato nel 2022
Simone Vagnozzi assieme a Jannik Sinner, un sodalizio iniziato nel 2022

Il 41enne coach marchigiano spiega qual è il rapporto che lo lega a Jannik: "Viviamo insieme 24 ore al giorno in certi periodi dell'anno, è normale instaurare un rapporto che va oltre la professione – dice al ‘Venerdì di Repubblica' – Ma serve equilibrio, è fondamentale non diventare troppo amici, perché l'amicizia impedisce di prendere decisioni importanti ma necessarie. È un compromesso dove non può prevalere l’aspetto tecnico, serve empatia. Siamo persone. Sacrifichiamo tanto, 35 settimane all'anno in giro per il mondo. Ma c'è una gioia profonda nell'aiutare qualcuno a raggiungere i propri traguardi".

Svelato il confronto acceso tra Vagnozzi e Sinner al Roland Garros del 2023

Vagnozzi racconta un momento di tensione vissuto con Sinner: "Litigi non ce ne sono mai stati. Abbiamo avuto confronti, anche accesi. Mi ricordo il Roland Garros del 2023, secondo turno contro il tedesco Daniel Altmaier. Bisogna capire la tensione del giocatore, lì ho notato che pur avendo lottato fino alla fine si è molto lamentato, il body language era negativo. L'avversario ne ha approfittato. Nel tennis è importante non dare segnali, nessuno deve sapere cosa provi, nessuno deve sapere cosa proviamo noi. Quando scendiamo in campo indossiamo quella che io chiamo poker face. Abbiamo parlato a lungo di quell'episodio, non è più successo di vederlo così".

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