Remco Evenepoel torna in bici dopo cinque mesi di buio: “Ho pensato al ritiro, l’Islam mi ha aiutato”

Remco Evenepoel è pronto a risalire in sella: venerdì 18 aprile è la data che si è prefissato per tornare alle gare sfruttando la Freccia del Bramante, classica di un giorno sul pavé del nord in cui assaporerà di nuovo il piacere della sfida e del rimettersi in gioco. Dopo l'ultimo incidente, in allenamento, che gli è costato l'ennesimo intervento chirurgico alla spalla già martoriata e a un lunghissimo periodo di riabilitazione, lontano da tutto e tutti: "Non ho mai indossato maschere, ho anche pensato al ritiro" ha spiegato nei giorni pre gara. "E ho imparato a pregare, l'Islam mi ha aiutato".

Evenepoel rivive i suoi incubi: "Ho scritto quel messaggio perché non indosso maschere"
Un Remco Evenepoel che ritorna in corsa, dopo cinque mesi dall'ultimo incidente in allenamento che gli è costato la frattura di una mano, di una scapola e di alcune costole. Con l'operazione chirurgica inevitabile e un lungo periodo di riabilitazione, in pieno inverno, proprio all'inizio di una nuova stagione agonistica in cui si è dovuto fare da parte: "Le lesioni che ho riportato erano davvero gravi, l'operazione è stata molto difficile. E confesso che mi sono chiesto: quella spalla tornerà mai al cento per cento? Ho scritto quel messaggio, il primo dopo mesi, perché è inutile indossare una maschera: i miei amici, la mia famiglia e mia moglie mi hanno visto in quei giorni e soprattutto mi hanno visto cambiare nelle ultime settimane".
Il messaggio cui si è riferito Evenepoel è stato quello postato per la prima volta dopo l'incidente in cui è ritornato sulle sue condizioni fisiche e mentali: "Per la seconda volta in pochi mesi, sono caduto sulla stessa spalla e questo ha complicato le cose. Ed è stato ancora più difficile rispetto all'incidente al Lombardia del 2020: allora c'era il sole, potevo uscire anche se ero in carrozzina, stavolta eravamo in pieno inverno, tutti erano impegnati e io… ho fatto fatica" ha raccontato in conferenza stampa.
Evenepoel e le difficoltà da superare: "Ho imparato a pregare, l'Islam per me oggi è un sostegno"
Evenepoel ha dovuto così saltare l'intera preparazione invernale, soffrendo fisicamente e mentalmente per il suo difficile stato, dal quale ne è uscito grazie all'aiuto di amici, familiari, la moglie Oumi e la preghiera: "Ho imparato a pregare, è qualcosa che ho scoperto nel corso dell'ultimo anno. È qualcosa che vivo con Oumi e siamo orgogliosi di farlo insieme. È qualcosa che ognuno deve fare per se stesso e per questo non posso giudicare quello che fanno gli altri. Per me è un sostegno, l'Islam mi aiuta ad affrontare la vita".
Come sta Evenepoel: "Se fossi stato un tennista o un cestita avrei concluso la mia carriera"
Un periodo buio, che lo ha spinto anche al tremendo pensiero di chiudere la carriera: "Fossi stato un giocatore di tennis o di pallacanestro, la mia carriera sarebbe finita. Mano, costole, scapola e polmoni sono al 100 per cento ma resta il problema a un nervo della spalla, che è emerso nei giorni successivi all’infortunio e che non è ancora risolto del tutto" ha poi rivelato a CyclingNews. "C’è una parte della muscolatura della mia spalla che in questo momento non lavora proprio, in realtà. Fortunatamente, quel muscolo non è molto importante per un ciclista. Penso di essere pronto per le corse, ma di sicuro non sono nella mia forma migliore. Le utilizzerò per fare passi avanti in vista dei miei obiettivi futuri: il Tour e il Mondiale"