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Arteta: “A Saka avrei dato uno schiaffo”. E confessa una telefonata a Guardiola prima di Real-Arsenal

L’Arsenal è in semifinale di Champions League dopo 16 anni. I Gunners hanno eliminato il Real Madrid. Arteta dopo la partita ha scherzato parlando del rigore di Saka e ha parlato di una telefonata con Guardiola.
A cura di Alessio Morra
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L'Arsenal dopo sedici anni è tornato in semifinale di Champions League. I Gunners hanno battuto all'andata e al ritorno il Real Madrid. Un'impresa titanica. Un risultato meritatissimo. I londinesi sfideranno il PSG, in una sfida che si prevede molto aperta e soprattutto spettacolare. Il grande artefice di questo risultato è senz'altro Mikel Arteta, giovane allenatore che ha plasmato la sua squadra e che ora sogna in grande e si prende i meriti. Dopo la partita era raggiante il tecnico basco che ha scherzato con Saka e ha svelato una telefonata con Guardiola prima della partita.

Il rigore fallito da Saka in Real Madrid-Arsenal

Senza centravanti, perché hanno chiuso la stagione Gabriel Jesus e Trossard, l'Arsenal ha realizzato cinque gol tra andata e ritorno al Real Madrid, e potevano essere sei perché Saka ha fallito un calcio di rigore, tirandolo malissimo. Al termine dell'incontro, l'allenatore dei Gunners era sorridente, felice come una Pasqua, e ha scherzato parlando del rigore fallito da Saka, che ha provato una conclusione tutt'altro che consona: "Cosa ho pensato dopo quel penalty? Avrei voluto dargli uno schiaffo. Ha preso quella decisione, stop. Ero più che altro preoccupato per le conseguenze che avrebbe potuto avere emotivamente".

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La telefonata a Guardiola: "Sono qui grazie a lui"

Arteta è in semifinale, affronterà Luis Enrique. I due non hanno solo in comune il fatto di essere spagnoli, ma sono uniti da Guardiola. Arteta è stato il vice di Pep a lungo. Mentre Lucho è stato il delfino di Guardiola al Barcellona. E dal ventre del Bernabeu l'allenatore classe 1982 ha svelato anche di aver effettuato una telefonata al tecnico del Manchester City la mattina di mercoledì: "L'ho chiamato stamattina perché sono qui grazie a lui. È stato la mia ispirazione come allenatore e come giocatore, ho trascorso quattro anni con lui. Sono qui grazie a lui, è la persona che ha deciso di scommettere su di me, di scegliermi come secondo allenatore".

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