Serena Williams drastica su Sinner: “Su, siamo onesti. Penso a Maria Sharapova e provo pena per lei”

Jannik Sinner ha ripreso ad allenarsi dopo il periodo di sospensione patteggiato con la Wada per il caso Clostebol. Tra le persone che più attendono il suo ritorno in campo ce n'è una davvero speciale che il Time ha inserito per il terzo anno consecutivo tra le 100 più influenti al mondo. È Serena Williams, l'ex campionessa di tennis oggi imprenditrice di successo, che un anno fa imbarazzò l'alto-atesino con un complimento spassionato a margine del match del Miami Open vinto contro Medvedev. "Vorrei avere un dritto come il tuo. Sei impressionante per la potenza e la velocità che ci metti".
Da allora molte cose sono cambiate: in cima al ranking internazionale c'è Sinner che domina incontrastato, inavvicinabile da parte degli avversari che non sono riusciti ad approfittare del periodo di squalifica per metterne in discussione la leadership. Queen of the Court (è il soprannome della ex stella del circuito femminile) non vede l'ora di ammirare di nuovo in partita quel ragazzo che ha conquistato le ultime due edizioni degli Australian Open ed è anche detentore in carica degli US Open. "Lo adoro, è un grande", dice Williams che ammette di essere rimasta profondamente colpita e sorpresa dalla positività di Jannik a una sostanza proibita. Non ha niente contro di lui, né motivi per non credere alla sua assoluta buona fede e alla versione secondo cui la colpa della contaminazione era ascrivibile alla superficialità del fisioterapista. Ma pensa che gli sia andata bene e che ai suoi tempi non se la sarebbe cavata in questo modo perché "sarebbe stato molto peggio".

Il parere dell'International Tennis Integrity Agency è stato sicuramente importante e i riscontri analitici hanno dato maggiore forza alla spiegazione data dal tennista, colto in fallo per una quantità così piccola, infinitesimale, da non poterne trarre alcun vantaggio a livello competitivo. La Wada, però, è stata meno indulgente: pur riconoscendo l'innocenza di Sinner, non ne ha perdonato la negligenza ritenendolo responsabile per le azioni del suo collaboratore e ha chiuso la vicenda sancendo un accordo sul periodo di stop della durata di 3 mesi. Una decisione che ha alimentato polemiche e sollevato perplessità per la presunta diversità di trattamento in favore del numero uno al mondo.
"Il tennis maschile ha sicuramente bisogno di Sinner – ha ammesso nell'intervista al Time -. Ma se mi fossi trovata io nella sua situazione, mi avrebbero dato 20 anni. Siamo onesti… mi avrebbero tolto i titoli del Grande Slam". Williams ha ribadito di aver fatto sempre molta attenzione a ciò che assumeva nel timore di prendere qualcosa che avrebbe potuto metterla in guai seri. "Uno scandalo sui farmaci dopanti mi avrebbe spedita dritto in prigione… ne avreste sentito parlare nel multiverso".

E cita la storia di Maria Sharapova che nel 2016 venne squalificata per doping per 2 anni (sanzione poi ridotta in appello a 15 mesi) nonostante la sua infrazione fosse involontaria, proprio come accaduto a Jannik Sinner. "Non posso fare a meno di pensare a Maria e soprattutto non posso fare a meno di provare pena (nel senso di umana comprensione) per lei".
Perché venne punita? Era risultata positiva al Meldonium, un farmaco utilizzato dagli atleti russi e proibito dal 1° gennaio 2016. Sharapova spiegò che si era trattato di un errore: disse di aver ricevuto a dicembre un messaggio di posta elettronica dall’Agenzia mondiale antidoping con un link che rimandava all'elenco delle sostanze vietate ma di non averlo mai aperto né letto. "Dissi al mio manager di controllare tutti i farmaci vietati – ha raccontato all'epoca -, era la fine del 2015 e lui aveva problemi personali. Non lo fece e sappiamo come è andata a finire".