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Kokorin e il carcere in Russia: “Se sei lì per aver litigato con un funzionario, sei il massimo”

Aleksandr Kokorin racconta la sua detenzione nel carcere russo di Belgorod: “Se sei stato imprigionato per un crimine che in qualche modo ha coinvolto dei bambini, o se hai venduto droga, sarai trattato male. Ti giudicano prima di tutto come persona”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Aleksandr Kokorin non ce ne voglia ma non è possibile altro termine di classificazione per lui nel calcio italiano che quello di bidone, oppure – per rispetto al suo status di ex nazionale russo, addirittura con quasi 50 presenze – quello più benevolo di meteora. Zero gol e zero assist durante il suo passaggio alla Fiorentina, per un totale di 12 presenze impalpabili. "Era sempre infortunato, era fermo sul lettino, sul campo veniva pochissimo", ha raccontato qualche tempo fa Renato Buso, collaboratore tecnico dell'allora  tecnico viola Cesare Prandelli. Che non fosse stato l'affare del secolo lo evidenziarono anche le parole dell'ex presidente dello Spartak Mosca: "Gli italiani non sapevano chi stavano comprando, ma nel nostro Paese tutti sanno da tempo tutto di Kokorin. Può solo divertire qualcuno, essere una scimmia da circo, è il calciatore più inutile del mondo".

Kokorin è rinato all'Aris Limassol

Insomma quasi un ex calciatore, arrivato a 30 anni in Serie A, che tuttavia poi ha saputo ripartire e ricostruirsi una carriera a Cipro, in un campionato molto meno competitivo, dove tuttora è titolare al centro dell'attacco dell'Aris Limassol (due gol nelle ultime tre partite, 9 complessivi in questa stagione, 31 da quando si è trasferito lì). Kokorin peraltro ha avuto anche parecchi problemi fuori dal campo: clamoroso fu il suo arresto nell'ottobre del 2018 – assieme a un altro calciatore russo, Pavel Mamaev, già suo compagno di uscite notturne – per aver aggredito un funzionario pubblico in un ristorante a Mosca, episodio documentato dalle telecamere del locale. Condannato a un anno e sei mesi di carcere, ne ha scontati solo alcuni, firmando poi con lo Zenit già a settembre del 2019.

L'esperienza del carcere: "Ti giudicano prima di tutto come persona"

Su quella esperienza dietro le sbarre nel carcere russo di Belgorod, Kokorin – oggi 34enne – è tornato in questi giorni, raccontando come e perché fosse rispettato dagli altri detenuti: "La gente non ti percepisce come una persona famosa, guarda solo a quello che hai fatto in libertà e per quale articolo del codice penale sei stato condannato. Se sei stato imprigionato per un crimine che in qualche modo ha coinvolto dei bambini, o se hai venduto droga, sarai trattato male. Se invece sei andato in prigione per aver litigato con un funzionario, allora sei generalmente il massimo per loro. Ti giudicano prima di tutto come persona".

Quanto ad essere stato additato come esempio di potenzialità non sfruttate appieno, Kokorin non è d'accordo: "Sento spesso dire: si è rovinato la carriera. Nato a Valuyki (una città con meno di 40mila abitanti, ndr), non potevo nemmeno sognare di giocare circa 50 partite con la nazionale e di partecipare a due Europei e un Mondiale. Ho giocato per lo Zenit e lo Spartak, sono ben lontano dall'essere l'ultimo giocatore di calcio. È una brutta carriera? Sì, avrei sicuramente potuto ottenere di più in termini di potenziale, ma allo stesso tempo, avrei potuto concludere la mia carriera calcistica a causa di infortuni, senza nemmeno iniziare davvero a giocare".

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