Robinho e le partitelle in carcere, al terzo doppio passo viene falciato: “Lo hanno battezzato”

Robinho ha appena compiuto un anno di carcere, non certamente la ricorrenza che avrebbe voluto festeggiare. Il 41enne brasiliano certamente non avrebbe mai pensato di fare questa fine, non quando era uno dei calciatori più famosi, ricchi e di successo al mondo. Ma tutto è cambiato per lui nel 2013, l'anno in cui l'ex attaccante di Real Madrid, Manchester City e Milan violentò una donna in una discoteca di Milano, vicenda da lui sempre negata e peraltro accertata in ultimo grado dalla giustizia italiana e per la quale è stata condannato a 9 anni di carcere. Pur essendo tornato in Brasile con l'intento di sfuggire alla galera, i suoi avvocati non sono riusciti ad evitare che la pena venisse applicata in patria. Robinho è incarcerato nel famigerato penitenziario di Tremembé, nell'entroterra di San Paolo, spesso utilizzato per rinchiudere criminali famosi (è nota anche come la "prigione delle celebrità") o altre figure di spicco che sono a rischio in altre strutture a causa del loro impatto sociale.
I suoi legali continuano a proporre continui ricorsi, sostenendo che la giustizia brasiliana non è equiparata a quella italiana e che nel caso di Robinho dovrebbe prevalere la legge locale, ma finora le loro istanze sono state tutte respinte. Dal canto suo, l'ex funambolo del pallone sta facendo di tutto per comportarsi in maniera impeccabile: l'obiettivo è mitigare la sua pena attraverso una buona condotta carceraria che gli possa consentire di godere della libertà condizionale.

La vita di Robinho in carcere: un fallaccio subìto alla sua prima partitella, ha esagerato
Mai nessun problema con chiunque, l'ex campione d'Italia col Milan (nel 2011) occupa il suo tempo con tante attività: pratica sport, ripara televisori e radio grazie a un corso di elettronica di 600 ore, è iscritto al circolo di lettura, si occupa di giardinaggio e ha completato i 10 moduli del ‘Programma di educazione al lavoro e alla cittadinanza', chiedendo una riduzione della pena o almeno un regime di semilibertà: per ogni 12 ore di lavoro riduce di un giorno la pena. Tra gli sport che fa, ovviamente non può mancare il calcio, che pratica con gli scarpini presi in prestito dagli altri detenuti, che sono felici di vederlo giocare nel cortile. Nel suo primo incontro su un campo sterrato – racconta ‘Marca' – di fronte alle guardie come pubblico, Robinho ha ricevuto un bel calcione al suo terzo doppio passo, restando stecchito a terra. "L'hanno già battezzato", gridavano gli altri detenuti.
L'ex calciatore paulista cresciuto nelle giovanili del Santos – e che Pelé aveva indicato come il suo erede – è rinchiuso in una cella di 8 metri quadrati insieme a un altro detenuto di 22 anni, che si trova lì per aver indotto qualcuno al suicidio o all'automutilazione. Robinho può ricevere visite solo dai suoi parenti di primo grado, cioè genitori, figli e coniuge. Il figlio 17enne Robinho Jr, recentemente ingaggiato dal Santos, di solito va a trovarlo una volta al mese. I suoi cari gli portano cibo, dolci, carne, verdure, bibite, acqua, insalate, anche alcuni indumenti (infradito, pantaloncini, maglioni), giochi come gli scacchi o la dama, materiale per scrivere e riviste o libri (non pornografici). "Tiene la testa bassa e procede con calma. È un detenuto esemplare e non ha avuto problemi con gli altri detenuti. Si tiene impegnato", dice Mario Rosso, il suo avvocato.
La sentenza è irrevocabile, Binho non ha altra strada che continuare a comportarsi nella maniera migliore possibile, per guadagnarsi il regime di semilibertà. Intanto insiste che è innocente e che il rapporto di quella notte era consensuale: "Non l'ho mai negato. Avrei potuto negarlo, perché il mio DNA non c'è. Ma non sono un bugiardo. Abbiamo avuto una relazione superficiale e veloce. Ci siamo scambiati dei baci, dopodiché sono tornato a casa. C'erano altre persone lì. Quando ho visto che voleva continuare con altri ragazzi, sono tornato a casa… non l'ho mai negato". Ma la verità processuale, accertata in tutti i gradi di giudizio oltre ogni ragionevole dubbio, dice tutt'altro: Robinho ha commesso stupro di gruppo e deve espiare la sua pena.