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La PTPA fa una giravolta su Sinner: “Trattato ingiustamente”. Poi però: “Meno ingiustamente di altri”

Dopo le polemiche sul modo in cui è stato additato e usato Jannik Sinner negli atti legali depositati dalla Professional Tennis Players Association nei tribunali di Londra, Bruxelles e New York per dare battaglia all’attuale sistema del tennis mondiale, il CEO del sindacato fondato da Djokovic, Ahmad Nassar, è intervenuto per fare una mezza giravolta sul campione azzurro: “È stato trattato ingiustamente, ma allo stesso tempo sembra essere stato trattato meno ingiustamente di molti altri giocatori”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Dopo il clamore sollevato dalla battaglia legale lanciata presso tre giurisdizioni mondiali (Stati Uniti, Unione Europea, Regno Unito) dalla Professional Tennis Players Association, ovvero il sindacato dei giocatori fondato nel 2021 da Novak Djokovic e Vasek Pospisil, con l'obiettivo di dare una spallata all'attuale organizzazione del tennis che è in mano ad ATP, WTA e ITF (e all'ITIA per quanto riguarda l'antidoping), interviene il CEO della PTPA Ahmad Nassar a correggere parzialmente – con una mezza giravolta – le parti del documento in cui Jannik Sinner viene maldestramente citato come esempio del doppiopesismo usato nei procedimenti disciplinari nei confronti di tennisti positivi all'antidoping. Nassar ora dice che Sinner "è stato trattato ingiustamente", e tuttavia aggiunge che "sembra essere stato trattato meno ingiustamente di molti altri giocatori".

Sinner additato come esempio di trattamento di favore da parte del sistema antidoping del tennis

Parole che non tolgono la sensazione che tra le pieghe della guerra di potere in atto, qualcuno ne abbia approfittato per regolare conti personali con Jannik e gettargli ancora fango addosso, scrivendo peraltro delle falsità belle e buone negli atti legali in questione. Oltre ad aver mentito sulla ricostruzione della sua positività, parlando di una "applicazione" di sostanza totalmente inventata (si è trattato invece di "contaminazione", il suo fisioterapista non gli ha applicato un be niente), nonché sul fatto che "non ci sia stata alcuna indagine" (falso anche questo) su un giocatore "che non aveva espresso alcun problema con il cartello", ovvero che non si era mai esposto pubblicamente contro l'attuale sistema dell'ATP & Co (definito "il cartello", visto che si tratta di un'azione antitrust), la PTPA ha citato il campione azzurro anche in altre parti dei propri atti legali. Ad esempio laddove scrive che "significativamente, l'assoluzione di Sinner è stata tenuta segreta per mesi ed è venuta alla luce solo perché trapelata alla stampa".

Jannik Sinner con Novak Djokovic, fondatore e tuttora anima del sindacato PTPA
Jannik Sinner con Novak Djokovic, fondatore e tuttora anima del sindacato PTPA

E ancora un altro passaggio dice: "Nel frattempo, la segretezza che ha circondato il caso di Sinner gli ha permesso di competere – e vincere – due tornei del Grande Slam nel 2024, senza alcun controllo pubblico fino a quando non è avvenuta la fuga di notizie. In particolare, il fisioterapista di Sinner era italiano, così come lo era il membro indipendente del tribunale che si è schierato con la maggioranza nello scagionare Sinner, un risultato che ha alimentato speculazioni di parzialità, specialmente alla luce della storia di scandali di doping in Italia nel tennis".

A una prima lettura, ma anche a una seconda, quello che sembra impregnare tutta la documentazione prodotta dal sindacato in mano a Novak Djokovic (che ovviamente la condivide dalla prima all'ultima riga, così come il suo nuovo grande amico Nick Kyrgios) non è certamente stima per Sinner, descritto come uno trattato coi guanti bianchi dal "sistema" con cui sarebbe pappa e ciccia, un sistema accusato di aver usato un doppio standard nei suoi confronti rispetto ad altri giocatori meno famosi, ricchi e potenti di lui.

Ahmad Nassar, il CEO della Professional Tennis Players Association
Ahmad Nassar, il CEO della Professional Tennis Players Association

La mezza giravolta della PTPA: "Sinner trattato ingiustamente, ma meno ingiustamente di molti altri"

Ora Nassar, intervistato da Ubitennis, ci dice che abbiamo frainteso, non c'è nessuna voglia di accanirsi su Sinner o additarlo come esempio di trattamenti di favore, anzi anche lui è una vittima di quel sistema da riformare completamente dopo averlo abbattuto. Insomma… una mezza vittima: "Sono stato coerente e chiaro sul caso di Jannik – dice il CEO della PTPA – È stato trattato ingiustamente da un programma antidoping fuori controllo, illegale e non idoneo allo scopo. Allo stesso tempo, altri hanno sottolineato che sembra essere stato trattato meno ingiustamente di molti altri giocatori".

"La soluzione qui non è trattarlo in modo più ingiusto, in linea con gli altri giocatori. Né la soluzione è trattare gli altri giocatori in modo ingiusto come Jannik. La nostra soluzione è trattare tutti i giocatori in modo equo – aggiunge Nassar – Se qualcuno non è in colpa, come stabilito dall'ITIA e dalla WADA, come è possibile che il caso abbia comunque impiegato quasi un anno per essere risolto e che abbia comunque portato a una sospensione di tre mesi che è ancora in corso mentre parliamo? Il sistema non funziona e deve cambiare".

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