Saha miliardario dopo il calcio: “Lavoro 25 ore al giorno, se fossi stato Ronaldo non avrei potuto”

Louis Saha ha saputo fare tesoro della sua esperienza da calciatore, nel vero senso della parola. L’ex attaccante di Newcastle, United, Everton, Tottenham, Sunderland e con una parentesi nella Lazio, può vantare un patrimonio di 4.3 miliardi di sterline, ovvero 5 miliardi di euro. Questo grazie ad una piattaforma che garantisce consulenza e supporto a calciatori, atleti professionisti e artisti per permettere loro di saper valorizzare il loro presente e soprattutto il futuro.
Louis Saha ha creato una piattaforma che è il suo impero
AxisStars, questo il nome dell'azienda creata da Saha, che come si legge nella bio sul sito ufficiale: "È un ambiente sicuro, specificamente pensato per atleti professionisti e artisti, che unisce risorse affidabili in un'unica semplice app per facilitare il controllo e la fiducia per un futuro migliore". Un progetto nato con l'obiettivo di aiutare atleti e artisti che hanno difficoltà finanziarie dopo la carriera. Ne ha parlato Saha in occasione di un'intervista al Guardian, in cui ne ha approfittato per raccontare la sua nuova vita dopo aver appeso le scarpette al chiodo.
Al contrario di tantissimi colleghi che hanno sperperato i guadagni della propria carriera, Saha ha trovato la strada giusta mettendosi a disposizione per tutti coloro i quali sono in difficoltà. Dal 2013 l'ex nazionale francese ha iniziato a lavorare senza sosta al progetto, offrendo possibili soluzioni a chi ha bisogno di consulenza, consigli, consulenti e così via. L'obiettivo per esempio è quello di accedere a sponsorizzazioni e opportunità d'investimento.

Come ha fatto Saha a diventare miliardario dopo l'addio al calcio
Saha è stato lungimirante nel rendersi conto di come ci si possa ritrovare a fare i conti con fallimenti anche dopo una carriera più che soddisfacente dal punto di vista economico. Questo a causa di scelte sbagliate, investimenti disastrosi, vizi, incapacità di pensare al futuro e così via. D'altronde a spingere Louis in questa direzione è stata la sua stessa esperienza, e il fatto di aver dovuto fare i conti anche con numerosi infortuni che gli hanno un po' tagliato le gambe.
Insomma Saha è diventato un vero e proprio manager: "Ora ho un lavoro di 25 ore al giorno. È davvero impegnativo". Il calcio continua a far parte della sua vita, con la partecipazione alle iniziative benefiche e ai match delle "leggende". Più importante della passione però è stata quella necessità di riflettere e far riflettere: "Avevo bisogno di parlare, di ottenere qualcosa dal mio sistema. Ho iniziato a scriverne e ha funzionato in modo terapeutico. Era un modo per elaborare le cose, come una comunicazione". Per questo è arrivato il libro, studiato come una fonte d'ispirazione per giovani calciatori, con consigli, prospettive e così via.
Dal libro alla piattaforma per aiutare calciatori, musicisti e artisti
Così la passione è diventata un lavoro, e dopo "Thinking Inside the Box", Saha ha pensato di allargare il suo bacino: "Mi sono reso conto che volevo davvero aiutare i giovani. Quindi essere un agente era una possibilità. Anche essere un allenatore o un consulente era un'opzione. Ho dovuto scegliere un canale. Alla fine, il mio era creare una piattaforma digitale. Sentivo che era molto più forte, perché praticamente chiunque può usarlo. Non era solo la mia storia, ho preso la storia anche di altri giocatori. È più o meno lo stesso. Axis Stars è un libro virtuale in un certo senso".
E così Saha è riuscito ad aiutare calciatori, musicisti e attori, ottenendo risultati incoraggianti: "Mi viene ancora chiesto consiglio da persone diverse ogni giorno. Ad esempio, il mio agente mi ha chiamato per dirmi che aveva un calciatore francese di talento che vuole portare in Inghilterra e mi ha chiesto consigli su come creare un programma di formazione su misura. L'ho messo in contatto con le persone con cui lavoravo. Questo tipo di giocatore potrebbe unirsi ad Axis in quanto può poi cercare un allenatore personale nella sua regione".
Come lavora l'azienda di Saha
Entrando poi nello specifico delle mansioni della sua piattaforma, il francese ha spiegato come il suo obiettivo sia sempre mettere l'atleta al centro del progetto: "Se un'azienda vuole fare un annuncio per un giocatore, normalmente deve passare attraverso il suo agente. Lui potrebbe dire: "Voglio una commissione di 5K per l'accordo. Qualunque cosa tu dia al mio giocatore, non muoverò il culo dalla mia sedia prima di ottenere 5K.' Se l'azienda dice di no, il giocatore non saprà mai di quell'opportunità. L'opportunità dovrebbe essere controllata da chi offre la possibilità e dall'atleta".
La fortuna di Saha da certi punti di vista è stata quella di aver incontrato ostacoli molto alti nella sua carriera, in primis i guai fisici al contrario di colleghi celebri: "Ovviamente, se avessi avuto tutta la fortuna del mondo e avessi giocato la quantità di partite che Cristiano Ronaldo ha giocato, ad esempio lui non si è mai infortunato e ha ottenuto contratti migliorati a causa dei suoi successi, non avrei nemmeno pensato a tutto questo. Nella mia sfortuna, sono stato fortunato, perché ora ho visto il quadro generale e ho l'opportunità di aiutare davvero. E penso di sentirmi più eccitato come imprenditore di quanto non lo sia sul campo. Mi è piaciuto molto essere un calciatore, ed è stato molto naturale giocare, ma questa è una vera sfida. È un processo difficile ma è così gratificante, perché se posso aiutare 100.000 persone, è la cosa migliore che abbia mai fatto".

Insomma una sfida più intrigante di quella da calciatore: "Quando sei sul campo, sì, hai eccitazione. Ma ho davvero creato qualcosa che durerà? Non sono sicuro. Questo progetto è qualcosa che penso durerà, perché i giovani o forse anche i miei figli lo useranno. Spero davvero che i giocatori capiscano di avere l'opportunità di aiutare le persone a loro vicine".