Stefano Eranio e il ricordo più bello al Milan: “Il giorno in cui Sacchi mi telefonò per scusarsi”

Stefano Eranio la Nazionale l'aveva raggiunta già col Genoa, all'inizio degli anni '90, ma fu al Milan, la cui maglia vestì tra il 1992 e il 1997, che ottenne la consacrazione calcistica e soprattutto riempì la bacheca di trofei. Era lo squadrone allenato da Fabio Capello, che vinse Scudetti e Champions League. Peraltro nella sua ultima stagione col Diavolo (1996/97) Eranio ebbe come allenatore anche Arrigo Sacchi, che era di ritorno in rossonero (breve, prese la squadra in corsa da Tabarez e fu un fallimento), dopo aver lasciato la panchina dell'Italia. E proprio al tecnico di Fusignano è legato "il momento più bello in rossonero" del calciatore ligure, oggi 58enne: una telefonata ricevuta da Sacchi in cui gli chiedeva scusa.
Eranio e la telefonata di Sacchi per chiedergli scusa: "Ma di che?"
"Potrei scrivere dei libri sul Milan – premette Eranio alla Gazzetta dello Sport – Il ricordo più bello, anche meglio di Scudetti, finali e Champions, mi porta all'ultima stagione. Dopo Tabarez arriva Arrigo Sacchi, che prima in Nazionale mi schierava centrocampista. Giocavamo a Udine: sul giornale leggo che c'è un'emergenza esterni, vado dal mister e gli propongo di schierarmi lì. Risultato? Vittoria per 1-0 con me esterno e migliore in campo. Il giorno dopo Sacchi mi chiama e si scusa. ‘Ma di che?' rispondo. ‘In Nazionale ho sempre cercato un terzino fluido come te, non sapevo di averlo in casa. Rinnovi altri due anni?'. Ma avevo già firmato un quadriennale col Derby County due mesi prima".

Nella sua carriera, Eranio ha avuto come allenatori anche Osvaldo Bagnoli e Franco Scoglio: "A prescindere dal fatto che ti facesse giocare o meno, Bagnoli si faceva voler bene da tutti. Una persona corretta che faceva rendere tutti al massimo. Il suo modo di pensare il calcio era molto semplice e soprattutto lasciava molta libertà. Un allenatore perfetto. Il ‘Professor' Scoglio mi trasformò da centrocampista di spinta a terzino ‘fluidificante', ruolo grazie a cui ho raggiunto la chiamata della Nazionale. Che personaggio. Mi considerava il termometro della squadra: quando mi vedeva così così, giorno di riposo. Quando mi vedeva bene, un allenamento in più. Scoglio nel suo modo di gestire il gruppo era unico, sanguigno come il tifoso genoano".
Il rimpianto di Eranio: "Il tendine d'Achille rotto il giorno prima di partire per il Mondiale in USA"
Eranio ha conosciuto infortuni gravi, che gli hanno dato la spinta a ripartire con grande forza di volontà: "Da giovane rischiai la carriera. Non lo auguro neanche al mio peggior nemico. In uno scontro di gioco a Cesena, un avversario mi alza e un altro mi ‘rinvia'. Mi tolgono un pezzo di rene rimasto schiacciato dandomi anche 10 punti di sutura alla milza. Fu una bella botta. Quell'infortunio mi cambiò la vita, perché mi diede la cattiveria che mi mancava. Da lì partì la mia escalation. Altre delusioni? Tendine d'Achille KO mentre stavo preparando Milan-Barcellona, finale di Coppa dei Campioni. Il giorno dopo sarei partito con la Nazionale per il Mondiale in USA. Un rimpianto enorme. Avevo anche segnato tre gol importanti nelle qualificazioni a quel Mondiale. Non esserci è stata una beffa".