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È morto Fiorello Sodi, inventò e brevettò l’autovelox: aveva 92 anni

Nel 1966 Fiorello Sodi brevettò l’Autovelox, che è stato fondamentale per la sicurezza sulle strade italiane. Fiorello Sodi mise su un’azienda, che oggi ha creato 31 brevetti nazionali e internazionali.
A cura di Alessio Morra
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All'età di 92 anni è morto Fiorello Sodi. Il suo nome forse non dice molto ai più. Ma Sodi è stato l'inventore dell'Autovelox, uno strumento che fa parte della vita degli automobilisti da oltre sessant'anni. Era nato a Firenze, ma ha trascorso quasi tutta la vita a Prato. Con l'autovelox Sodi ha dato un contributo importante alla sicurezza stradale.

Fiorello Sodi inventò l'Autovelox

Il primo prototipo dell'autovelox nacque già nel 1959. Fiorello Sodi è stato un imprenditore e un inventore. Nel 1964 con Carla Sodi fondò la sua azienda la ‘Sodi Scientifica', a Calenzano. Due anni dopo brevettò l'Autovelox, entrato nel lessico comune e anche nel vocabolario italiano. L'idea venne a Sodi dopo aver visto le tremende conseguenze di un incidente al quale aveva assistito, partì con la progettazione e creò l'autovelox. Da lì è nata una grande azienda che conta 31 brevetti e che ha installato apparecchi in ogni angolo del mondo: dalla Spagna al Canada passando per il Cile, l'Uruguay e Singapore.

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Nel 1966 venne brevettato l'Autovelox

La storia dell'Autovelox l'ha raccontata Paolo Sodi, figlio dell'inventore: "Mio padre brevettò l’Autovelox nel 1966. Ancora il tema della sicurezza stradale non era neanche nell’agenda dei governi di allora. E infatti lo sfruttamento commerciale dell’apparato avvenne nei primi anni ’70 per tutt’altri motivi. L’Autovelox era utilizzato per indurre gli automobilisti a tenere bassa la velocità contenendo i consumi di carburante. All’epoca mio padre aveva industrializzato lo strumento, e ottenuto l’omologazione al ministero. Si presentò a Roma spiegando l’utilizzo del dispositivo che venne adottato in quelle circostanze. Poi subentrò l’utilizzo principale, quello di prevenire le velocità irresponsabili sulle strade. Siamo stati i precursori di questo modello che ancora oggi è vincente. La diminuzione della velocità media è correlata a una maggiore sicurezza e a un minor numero di vittime dovute agli incidenti. Di questo mio padre era molto orgoglioso e anche noi che proseguiamo l’attività nel solco che lui stesso ha tracciato".

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