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Australian Open

Sinner beccato al telefono dalle telecamere degli Australian Open: sullo schermo la sua ossessione

Il numero uno al mondo è seduto in un angolo e scorre le immagini sullo schermo, ha bisogno di rivedersi e studia per “migliorare”. È il verbo che ha stampato dentro di sé e ripete in maniera quasi maniacale.
A cura di Maurizio De Santis
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Migliorare. È l'ossessione positiva di Jannik Sinner che tiene lo smartphone tra le mani e, seduto nella pancia dell'impianto degli Australian Open 2025, se ne sta in un angolo da solo a scorrere le immagini sullo schermo per rivedersi. Ha bisogno di capire e studia: a caldo ricorda bene cosa non gli è piaciuto, cosa non è andato per il verso giusto, cosa avrebbe potuto far meglio, in cosa occorre perfezionarsi, cosa deve correggere e come farlo.

"Se voglio andare avanti in questo torneo devo migliorare", è la frase che scandisce con la poker face che lo contraddistingue: durante le interviste non tradisce emozioni particolari, nei suoi occhi puoi rivedere tutti i passaggi dell'incontro con Giron battuto in 3 set. La sequenza videoclip scorre a ritroso, si sofferma sui momenti del match in cui c'è stata qualche sbavatura. Negli ottavi troverà un avversario tosto come Holger Rune e sa che può, deve salire ancora di livello.

Sinner vince ma non basta, ha bisogno di trovare risposte giuste all'unica domanda che abbia senso per un giocatore della sua stoffa: come affinare la sua tecnica e smussare le asperità per arrivare alla perfezione che è propria dei campioni, che non fanno sconti nemmeno a loro stessi. "Oggi le percentuali del mio gioco a rete non sono state molto buone, ma sto cercando di migliorare", dice dopo aver liquidato lo statunitense.

Migliorare. È il verbo che Jannik ha stampato dentro di sé e ripete in maniera quasi maniacale. Non è un semplice tormentone ma consapevolezza di quel che lo attende, del duro lavoro da mettere in conto e dei sacrifici per essere al top seguendo i consigli dei coach in allenamento. Se vuoi restare numero uno al mondo, non puoi cullarti sugli allori. Se vuoi resistere ad avversari che sono pronti a dare tutto per batterti nella (loro) partita della vita, devi evolvere il tuo gioco. Se vuoi resistere a lungo lassù, serve che testa e cuore siano sintonizzati sulla stessa frequenza, al resto ci pensa la cura del fisico.

"Ho cercato di restare lì sul piano mentale – ha aggiunto analizzando la prestazione con Giron -, che è la cosa più importante per noi giocatori. Spero di alzare il mio livello nel prossimo turno". È soprattutto questo Sinner: l'atleta che sgobba alla pressa per potenziare le gambe, interagisce con il suo staff in palestra mentre svolge gli esercizi, si piazza davanti al monitor e scruta cosa accade nell'arena.

Mangia, dorme (anche dieci ore), si alza, si allena poi riprende il ciclo biologico. È la routine del tennista che non deve chiedere mai se non a se stesso: pensa a come migliorare. È la dolce ossessione che si riverbera nello sguardo quando gli chiedono del prossimo avversario, Rune. "Ho fatto dure battaglie contro di lui nel passato. Ma tutto dipenderà dal mio livello".

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