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Thiago Motta sotto accusa, ma Vlahovic aveva fatto di tutto per farsi togliere: c’è un dato avvilente

Thiago Motta è finito sotto accusa per le sostituzioni fatte nel secondo tempo della semifinale di Supercoppa persa in rimonta dalla Juventus col Milan, in particolare per aver tolto dal campo Dusan Vlahovic. Ma la prova dell’attaccante serbo era stata parecchio insufficiente, col dato avvilente di appena 18 palloni toccati in 65 minuti.
A cura di Paolo Fiorenza
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Le sostituzioni nel calcio possono fare la differenza tra una vittoria o una sconfitta, tra il giudicare un allenatore un genio o uno che combina disastri. Ce ne possono essere di due tipi: quelle fatte per far girare una partita che si sta perdendo oppure quelle effettuate quando si vince e bisogna congelare il risultato. È chiaro che nel secondo caso, qualora la vittoria si tramuti in sconfitta, fa ancora più male e inevitabilmente fa finire sotto accusa il tecnico per i cambi fatti. Thiago Motta non può sottrarsi al giudizio – e nel dopo partita della semifinale di Supercoppa persa dalla Juventus col Milan il 42enne è fatto a pezzi da opinionisti e tifosi – perché quando al 65′ escono Vlahovic e Mbangula, rimpiazzati da Nico Gonzalez e Cambiaso, la squadra bianconera non solo è avanti 1-0 ma sembra anche in controllo del match, pur di fronte a un Milan che comprensibilmente, dopo l'ingresso di Abraham ad affiancare Morata, sta aumentando la pressione per pareggiare.

Juventus-Milan ribaltata dopo l'uscita di Vlahovic: Thiago Motta sotto accusa

Da lì la partita si spezza e – complici due sciocchezze di Locatelli e Di Gregorio – si ribalta completamente, trasformando l'esordio di Sergio Conceicao sulla panchina rossonera in un trionfo, in attesa della sfida con l'Inter nella finale di lunedì. In particolare la sostituzione di Vlahovic, riferimento più avanzato della Juve, con un calciatore con caratteristiche non da prima punta come Nico Gonzalez, ha esposto Motta alla critica di aver tolto dal campo il calciatore che dava più profondità alla squadra e ne alzava il baricentro, tenendo comunque ben occupati i centrali avversari. Inoltre in quel momento è passato il messaggio che fossero sostituzioni ‘difensive', benzina psicologica per il Milan e segnale inconscio anche agli stessi calciatori bianconeri.

L'abbraccio tra Thiago Motta e Dusan Vlahovic al momento del cambio: nessuna polemica del serbo
L'abbraccio tra Thiago Motta e Dusan Vlahovic al momento del cambio: nessuna polemica del serbo

La partita di Vlahovic fino alla sostituzione: appena 18 tocchi di palla, una miseria

Tutto vero e condivisibile, resta il fatto che non ci potrà mai essere controprova che col serbo tenuto in campo le cose sarebbero andate diversamente, mentre quello che si può affermare senza tema di smentita è che fino a quel momento la partita di Vlahovic era stata parecchio insufficiente, sia considerando le statistiche avvilenti che l'errore con cui a inizio ripresa non ha sfruttato l'assist di Yildiz con cui avrebbe potuto chiudere il match segnando il 2-0. I numeri dell'ex viola recitano appena 18 palloni toccati nei 65 minuti giocati, di cui solo 3 in area avversaria ed Expected Goals di 0.25. A contorno ci sono un solo duello vinto e 6 passaggi riusciti (nessuno decisivo).

Una prestazione misera, che ripropone il perenne rebus rappresentato dal 24enne serbo e ha avuto sicuramente il suo peso nella scelta di Thiago Motta di richiamarlo in panchina. Una decisione che tuttavia è stata l'inizio della fine per la Juve e inevitabilmente fa finire sul banco degli imputati il tecnico ex Bologna, che nel dopo partita è una maschera di marmo sull'argomento: "I cambi? Sono sempre fatti per il bene della squadra, giudicate voi". Che poi, con l'infortunio di Milik (lungodegente, dunque non una sorpresa) e la cessione di Kean, la rosa bianconera non abbia un sostituto naturale di Vlahovic è un altro discorso, che chiama in causa il Ds Giuntoli e le scelte societarie.

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