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L’ultima beffa per Paulo Fonseca arriva dal giudice sportivo: la sanzione è una ‘piccola’ stangata

L’ex tecnico era stato espulso per le proteste rivolte all’arbitro, Fabbri. Tra i provvedimenti disciplinari spiccano anche i 20 mila euro di multa inflitta alla Fiorentina per i cori razzisti contro Vlahovic a Torino.
A cura di Maurizio De Santis
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L'ultima beffa per Paulo Fonseca arriva con il comunicato del Giudice Sportivo: gli ha inflitto due giornate di squalifica, che potrebbe scontare nella prossima squadra come da regolamento (comma g, articolo 9 CGS), e una multa di cinquemila euro per aver contestato duramente l'operato del direttore di gara. Si chiude così l'esperienza dell'allenatore portoghese, esonerato dal Milan ricevendo un trattamento cinico per il quale Zlatan Ibrahimovic si è pubblicamente scusato. Nel novero delle sanzioni si segnala anche quella comminata alla Fiorentina per i cori razzisti dei suoi tifosi rivolti a Dusan Vlahovic.

Ammenda e 2 giornate di squalifica a Fonseca, espulso contro la Roma

Tra le sanzioni disciplinari spicca (anche) quella che punisce l'esplosione di rabbia dell'ex allenatore del Milan, Paulo Fonseca, che era stato espulso durante la sfida contro la Roma (l'ultima prima di essere esonerato). Due giornate di stop e cinquemila euro di multa "per avere, al 44° del primo tempo, contestato con veemenza una decisione arbitrale e, all’atto del provvedimento di espulsione rivolto al Quarto Ufficiale un’espressione ingiuriosa". L'ex allenatore aveva sfogato tutto il proprio nervosismo nei confronti dell'arbitro per la mancata concessione di un calcio di rigore a causa del contatto tra Pisilli e Reijnders: un errore clamoroso quello commesso dal fischietto nel valutare come ininfluente quel contrasto.

Multa di 20 mila euro alla Fiorentina per i cori razzisti contro Vlahovic

Ventimila euro di ammenda. Tanti ne dovrà pagare la Fiorentina per i cori razzisti che una parte della su tifoseria ha rivolto all'ex, Dusan Vlahovic. L'episodio s'era verificato al 6° minuto del primo tempo della partita di campionato disputata a Torino contro la Juventus. Era stato lo stesso calciatore a segnalare all'arbitro, Mariani, gli slogan urlati dai sostenitori viola. Come da protocollo, il direttore di gara sospendeva temporaneamente l'incontro e, dopo aver atteso annuncio ufficiale dello speaker, ha lasciato che il match riprendesse spiegando cosa sarebbe accaduto qualora la situazione si fosse perpetuata.

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Perché il giudice sportivo s'è limitato a infliggere solo una multa salata alla società gigliata? È spiegato nelle motivazioni elencate nel comunicato sui provvedimenti disciplinari relativi alla 18ª giornata: in buona sostanza, quegli insulti sono stati urlati solo da una percentuale minoritaria dei supporter in trasferta e s'è trattato di un episodio a se stante, che non ha avuto alcun seguito.

La Fiorentina, quindi, è stata punita "per avere suoi sostenitori, al 6° del primo tempo, a causa di un coro discriminatorio nei confronti di un calciatore della squadra avversaria, costretto l'Arbitro a sospendere la gara per circa due minuti; come da protocollo, veniva effettuato l'annuncio del comunicato contro la discriminazione; i sostenitori del predetto coro erano quantificati dai collaboratori della Procura federale per il 30% dei tifosi presenti nel settore (955); dopo l’annuncio e anche grazie al fattivo intervento del capitano della Soc. Fiorentina non si sono più verificati cori di questo genere; i responsabili dell'Ordine pubblico non sono stati in grado di stabilire con sufficiente grado di certezza quale settore del tifo dello stadio di appartenenza fosse coinvolto".

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