Il padre di Luca Salvadori mostra il video verità sull’incidente: “Le barriere erano per il ciclismo”
Luca Salvadori sarebbe sopravvissuto all'incidente in cui è morto? Sì, se le regole di sicurezza previste fossero state applicate. Suo padre, Maurizio, ne è certo e chiarisce tutto nel mostrare cosa è accaduto sulla pista in Germania il 15 settembre scorso, durante l'evento dell'Internacional Road Racing Championship. In un video pubblicato sul canale Youtube del figlio 32enne ricostruisce con immagini in 3D la dinamica della tragedia e spiega quali sono le gravi falle nel sistema di protezione del tracciato per le regole della Federazione internazionale che sono state rispettate. La deduzione è angosciante: "Con le dovute precauzioni o semplicemente con l'applicazione delle norme l'esito dell'incidente sarebbe stato diverso".
La dinamica dell'incidente: "Luca direttamente contro le balle di paglia"
Il momento cruciale della clip è uno in particolare: il motociclista che è davanti a Luca sbanda e perde il controllo in una curva veloce, dove si entra a una velocità di 250 km/h. Il suo corpo viene sbalzato dal veicolo e scaraventato in aria: "Prende una traiettoria stranissima – afferma il padre -, piomba davanti alla moto di Luca, che è costretto a spostarsi a sinistra e ad andare sull’erba. A quel punto cade, la moto arriva per prima contro le barriere e le sposta perché non sono fissate come da normativa. Si apre un varco su cui arriva Luca, direttamente sulle balle di paglia. Purtroppo, l’impatto è a 102 km/h". Fin qui la prima parte dell'analisi, seguita da un'altra altrettanto dolorosa sul piano personale per il genitore.
Il duro atto di denuncia: "Protezioni non omologate"
L'analisi della sciagura prosegue con la riflessione sulle barriere posizionate male, vietate e sulla mancata applicazione delle normative previste dalla FIA. Quegli enormi cuscinetti sistemati ai margini del circuito sono fuorilegge, "le regole della Federazione non sono state applicate" denuncia il padre di Salvadori: "Queste protezioni ad aria non erano omologate, non erano fissate a terra come da regolamento e sembra che siano barriere protettive utilizzate per le corse ciclistiche. E le balle di paglie, pressate meccanicamente e non più come quelle di una volta, sono vietate dal 2018. Non ci vuole molto a capire in uscita da una curva da 250 km/h non si possono mettere delle barriere di questo tipo… Se fossero state posizionate in modo parallelo alla pista e non frontale, è chiaro che gli esiti sarebbero stati completamente diversi, senz'altro non fatali". Ecco perché la causa intentata agli organizzatori ha uno scopo ben preciso: fare in modo che cose del genere non avvengano mai più, soprattutto in caso di sentenza ‘favorevole'.
Dialogo tra direzione di gara e soccorsi: "Fate in fretta, le gare devono continuare"
C'è ancora un altro aspetto dell'incidente che è angosciante, il dialogo tra la direzione di gara e il personale medico accorso sul posto. Quel che s'è sentito è stato tremendo. "La telecamera di Luca ha continuato a funzionare dopo l'incidente e ha registrato tutte le le parole dei soccorritori e le comunicazioni via radio con la direzione gara. Le abbiamo fatte tradurre: l'unica cosa che viene chiesta è fare in fretta a ripristinare la pista, perché le gare dovevano andare avanti".
L'interrogatorio shock di un organizzatore: "Normale amministrazione"
Non è tutto, c'è dell'altro che emerge nella gestione della situazione: tra le pieghe della prassi legale ci sono anche le dichiarazioni rese da uno degli organizzatori alla polizia: ringrazia gli agenti per l’intervento, anche se lo definisce superfluo. "Poi dichiara di avere già organizzato decide di queste competizioni su strada e di aver già avuto altri incidenti mortali". E che per tutto sommato per lui "questa è normale amministrazione".