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Jesé racconta l’incubo del PSG: “Al Khealifi non voleva vedermi, forse gli piaceva più mia moglie”

L’ex di Real Madrid, PSG, e Sampdoria Jesé si è raccontato ad uno youtuber, svelando i retroscena della sua carriera. Tanti i dettagli interessanti su Ancelotti, Mourinho, e Ronaldo.
A cura di Marco Beltrami
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Che fine ha fatto Jesé Rodríguez? Il classe 1993 che in passato ha vestito le maglie di Real Madrid, PSG e anche Sampdoria si è raccontato in un'intervista con lo youtuber "Mowlihawk" nel suo programma "Batmowli". Un'occasione per parlare di tante cose, dei suoi compagni di viaggio come Cristiano Ronaldo, Mourinho, Ancelotti e della pessima esperienza al PSG in cui per così dire non ha avuto feeling col patron Al-Khelaifi, più interessato forse alla sua signora che al giocatore.

Jesé Rodriguez racconta la sua carriera, e i rapporti al Real con Mourinho e Ancelotti

La chiacchierata è iniziata con una rivelazione sul marcio presente nel calcio, con tanti colleghi che per giocare e rendere prendevano anche sostanze illecite, senza che niente uscisse pubblicamente. Ha sempre bruciato le tappe Jesé che aveva incantato prima Florentino Perez e poi Karanka, che l'aveva consegnato a Mourinho. Un rapporto duro quello tra lo spagnolo e il tecnico portoghese: "Ho avuto un paio di discussioni con lui, senza mancargli di rispetto. È un grande allenatore. Intelligente e stratega. Si vede che ha esperienza. Ma si è scontrato con alcuni giocatori perché aveva molto carattere".

Grande stima anche per Ancelotti, che ha avuto il coraggio di schierare Jesé rinunciando a Bale per il quale era stato effettuato un investimento importante: "Ho giocato io e non Bale. È costato 120 milioni di euro, e poi se ne è andato via gratis. Ha parlato pochissimo e in inglese. Ancelotti ha avuto le palle per metterlo in panchina e schierare me. Un altro allenatore forse non lo farebbe. Florentino ha voluto molto che i ragazzi delle giovanili gli risolvessero le partite perché ha finito per dire che scommetteva su di noi".

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L'infortunio al ginocchio spartiacque della carriera

Il grave infortunio al ginocchio è stato lo spartiacque della sua carriera anche alla luce delle complicazioni: "Florentino mi portò dal miglior chirurgo della Germania. Ma quando ho preso l'infezione e ho dovuto farmi ‘pulire' il ginocchio due volte, ho detto: ‘È finita'". Le cose lì hanno iniziato a complicarsi e così è iniziato il suo girovagare, con il trasferimento al PSG: "Se avessi voluto sarei rimasto a Madrid, ma si è presentata l'opzione del PSG. Dato che non avevo molti minuti ho pensato di andare a Parigi perché avrei giocato. Oltre a questo c'era Emery da allenatore, che è stato lui a chiamarmi".

L'incubo al PSG, zero rapporti con il presidente

Le cose non sono andate per il meglio però: "Mi hanno trattato malissimo e lì ho capito che il Real Madrid è il club migliore del mondo. l PSG ho esordito dando l'assist del gol vincente nella prima partita ma poi sono rimasto ko per due mesi per appendicite e in inverno mi hanno detto che dovevo andare via. Ho detto a Emery che mi sentivo preso in giro. Al Khelaifi? Il presidente non voleva nemmeno vedermi giocare. Non so se gli piaceva più mia moglie (la modella e influencer Aurah Ruiz), che me. Non mi hanno dato alcuna spiegazione". 

Un retroscena anche sui rapporti con Cristiano Ronaldo che, al contrario di lui, riuscì a realizzare il sogno di vincere il Pallone d'Oro: "Ero molto giovane, sembravo troppo forte e sono molto sincero. Non cambierei niente del passato ma sì, forse avrei potuto dire: "Penso che se continuo così potrei essere sulla strada per poter vincere un Pallone d'Oro". Cristiano mi ha portato il Pallone d'Oro quando l'ha vinto e mi ha lasciato fare una foto. Mi ha detto: ‘Lo vincerai?', e io ho detto: ‘Sì'. Lui rispose: "Questo è l'atteggiamento".

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