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Roberto Baronio: “Ricordo la telefonata di Pirlo: Alla Juve sta succedendo qualcosa. Non ci credevo”

Roberto Baronio ha parlato a Fanpage della sua esperienza da allenatore. Collaboratore nello staff di Andrea Pirlo, insieme hanno condiviso anche l’esperienza alla Juventus: “Quando mi chiamò non ci credevo”.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Roberto Baronio ha concluso da poco la sua esperienza nello staff tecnico di Andrea Pirlo alla Sampdoria. Un percorso finito a poche giornate dall'inizio del campionato di Serie B che però non cancella quanto di buono è stato fatto la scorsa stagione in blucerchiato. Oggi Baronio si gode la famiglia e il relax in attesa che Pirlo possa essere richiamato per un'altra panchina. Baronio è legato a lui in questo momento dopo alcune esperienze fatte in passato da solo con le giovanili, soprattutto da allenatore del Napoli prima dell'approdo alla Juventus.

"Fummo chiamati per l'Under 23 ma poi dopo una settimana mi chiamò Pirlo e mi disse che saremmo andati in Prima Squadra" ha spiegato lo stesso Baronio in un'intervista a Fanpage. Un'esperienza importante che l'ex centrocampista di certo non dimentica. Uno spogliatoio, quello della Juventus, che allora aveva in Cristiano Ronaldo il suo leader indiscusso. "Un campione di uno spessore enorme all'interno dello spogliatoio – ha spiegato l'ex collaboratore tecnico dei bianconeri -. Ero onorato di vederlo tutti i giorni". 

Pirlo e Baronio alla Sampdoria.
Pirlo e Baronio alla Sampdoria.

Cosa fa oggi Baronio dopo l’ultima esperienza alla Sampdoria.
"Nulla di particolare, mi godo la famiglia dato che gli ultimi anni sono stato lontano. Qui a Roma riesco a stare di più con loro".

Che voto dai alla tua carriera da calciatore?
"Quando sei dentro magari ti accorgi poco, hai una testa più giovane con meno esperienza e poi puoi tirare le somme. Sicuramente per le qualità e potenzialità che avevo potevo fare molto meglio".

Come è nata la passione di allenare?
"In campo da calciatore già mi piaceva dirigere, aiutare e dopo aver smesso mi presi un anno per poter pensare. Non arrivò nulla di interessante e così ho iniziato ad allenare con una squadra giovanile dei dilettanti a Roma. I primi anni sono andati molto bene e ci siamo tolti diverse soddisfazioni. È iniziato tutto per curiosità".

Cosa rappresenta oggi il Napoli di De Laurentiis dopo averlo vissuto da allenatore delle giovanili?
"Io l'ho vissuto un anno prima del Covid e poi l'anno in cui si sono fermati tutti i campionati. Ma in quell'anno e mezzo non ho avuto grossi contatti con la società, gli unici rapporti li avevo con il direttore Giuntoli e con Pompilio, uno dei suoi collaboratori. Ma anche con Gianluca Grava. A livello di proprietà però non c'è mai stato contatto".

Baronio durante la sua esperienza da allenatore con le giovanili del Napoli.
Baronio durante la sua esperienza da allenatore con le giovanili del Napoli.

Ti abbiamo visto allenare le giovanili e poi come secondo o collaboratore, accetteresti una panchina da solo?
"Ho fatto l'allenatore prima che Pirlo mi chiamasse quando era in trattativa con l'U23 della Juve. Noi infatti firmammo con l'U23 prima che succedesse un po' di casino in prima squadra per via dell'esonero di Sarri. Lì decisero di portare Andrea in prima squadra e io fungevo da collaboratore".

Sei molto legato a Pirlo, da dove nasce la vostra amicizia?
"Mi chiamò alla Juve per il legame che abbiamo, in questo momento sono nel suo staff, poi vedremo. Mi trovo bene con Andrea, abbiamo un legame profondo".

Pirlo con Baronio in allenamento.
Pirlo con Baronio in allenamento.

Cosa successe in quei giorni? Vi ritrovaste ad allenare la Juventus.
"È stato una cosa molto veloce. Dopo una settimana dalla firma con l'U23 iniziammo a parlare di mercato col direttore Cherubini. Un giorno però mi chiamò Pirlo e mi disse: ‘Guarda che sta succedendo qualcosa di particolare in prima squadra, forse mandano via Sarri, e io devo andare a parlare con loro perché se lo mandano via pare vogliono affidarsi a me'. Io non ci credevo ovviamente e gli dicevo: ‘Cosa stai dicendo?'. Ma non perché Andrea non potesse allenare la Juve ma perché non aveva mai allenato prima, era la sua prima esperienza".

Cosa vi siete detti prima della Juve a proposito di Cristiano Ronaldo?
"Il primo pensiero andava lì e mi inorgogliva il fatto di essere a contatto con grandi campioni come lui in una società così gloriosa con un presidente come Andrea Agnelli".

Che effetto ti faceva vedere CR7?
"Un campione di uno spessore enorme, di un peso enorme all'intero dello spogliatoio ed ero onorato di vederlo tutti i giorni. Lui è un professionista e se sta giocando ancora dimostra quanto negli anni si sia curato fisicamente e mentalmente. Per me era solo il massimo andare al campo d'allenamento e pensare di essere così vicino a una leggenda del nostro calcio".

E che peso aveva nello spogliatoio?
"Si faceva voler bene un po' da tutti, quelle scene che abbiamo visto nella serie tv con Cuadrado sono normali in tutti gli spogliatoi. Fu solo un richiamo a fare meglio. Ronaldo si è sempre comportato come un grande campione".

Baronio abbraccia Cristiano Ronaldo.
Baronio abbraccia Cristiano Ronaldo.

Che aneddoto ricordi maggiormente di lui?
"Da collaboratore ero chiamato a migliorare alcuni giocatori. Cristiano era una macchina su queste cose e voleva migliorare ancora la sua tecnica. Un giorno mi chiamò per fare dei cross e non potevo sbagliare nemmeno un millimetro perché altrimenti si sarebbe alterato (ride ndr). Si è sempre comportato al massimo, voleva sempre migliorarsi, ma anche altri suoi compagni lo facevano perché era uno spogliatoio di grandissimi professionisti ed era un piacere andare al campo".

Con Pirlo ora sareste pronti per un'altra grande squadra?
"Credo che Andrea sia pronto a prescindere dalla squadra. È riuscito ad allenare sia in un top club che all'estero".

Pirlo ti ha stupito?
"Sì, mi ha stupito perché Pirlo ha iniziato ad allenare i grandi senza tante esperienze. Non era assolutamente facile e mi ha stupito proprio che partendo dal top abbia dimostrato tanta personalità, la stessa che ha messo nella sua carriera da calciatore e il suo carattere l'ha aiutato. Vincemmo due coppe e grande merito è di Andrea e dei calciatori che l'hanno aiutato".

“Star zitti spesso è di una raffinatezza assoluta”, cosa volevi dire dopo l’esonero di Pirlo e di voi tutti dalla Juve?
"No, tutto quello che ho fatto o scritto non era assolutamente inerente al mio lavoro o a quello che avevo passato".

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