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Mendy vince la battaglia legale contro il Manchester City: riceverà parte degli stipendi arretrati

Il giocatore si era rivolto al tribunale del lavoro per riavere indietro due anni di stipendi non pagati: il City dovrà concordare con lui la somma da versare.
A cura di Ada Cotugno
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Il Manchester City dovrà pagare un conto carissimo: Benjamin Mendy ha vinto la causa contro la squadra inglese per ottenere indietro una parte dei due anni di stipendio non versati durante il periodo in cui era stato accusato di violenza sessuale. Il giocatore è stato assolto e, dopo essere stato dichiarato innocente, ha cominciato una battaglia legale contro il suo vecchio club per rivendicare circa 14 milioni di euro di "trattenute non autorizzate".

Come riporta il DailyMail la sua è stata una vittoria parziale, dato che non riceverà indietro tutta la somma ma soltanto una parte di essa. È comunque un passo in avanti importante per il francese che si era rivolto al tribunale del lavoro per riavere indietro i soldi che il City avrebbe dovuto dargli dal 2021 (anno del suo secondo arresto) fino alla fine del contratto che scadeva nel 2023.

La vittoria parziale di Mendy contro il City

Dopo il processo che si è svolto un anno fa il giocatore è stato scagionato dall'accusa di aver violentato una donna nella sua villa e anche dal tentativo di violenza verso un'altra ragazza. Mendy si è messo tutta la situazione alle spalle ma ha aperto una causa contro il Manchester City che per due anni gli ha sospeso lo stipendio. La vittoria è stata parziale, dato che il giocatore ha trascorso cinque mesi in custodia cautelare e non potrà riavere tutti i soldi (circa 11 milioni di euro, più gli interessi da lui richiesti)

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Dopo il primo arresto, avvenuto nel 2020, la società inglese aveva continuato a pagarlo ma al secondo arresto avvenuto l'anno successivo aveva sospeso lo stipendio. Mendy si è rivolto al tribunale del lavoro quando il City è venuto meno alla sua promessa di restituirgli tutti gli arretrati una volta scagionato: secondo i legali della squadra non sarebbe stato pagato perché "non era pronto e disponibile a svolgere i suoi compiti a causa della sua stessa condotta".

In realtà Mendy era disponibile a lavorare, ma non poteva scendere in campo a causa della sospensione commissionata dalla Football Association. Non per sua volontà quindi, ma per situazioni che non potevano dipendere da lui. Come stabilito dal tribunale Mendy non riceverà i 14 milioni di euro richiesti, ma l'importo esatto sarà concordato dalle parti coinvolte oppure deciso in una futura udienza in caso di mancato accordo.

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