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Griekspoor e la teoria del complotto su Sinner: “Dove c’è fumo, c’è fuoco. Ma Jannik porta soldi”

Tallon Griekspoor, si è espresso sul caso Sinner e sulla sua innocenza dopo la positività al Clostebol, alimentando una teoria del complotto su come è stato gestito il tutto.
A cura di Marco Beltrami
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La marcia d'avvicinamento agli US Open è stata fortemente contraddistinta dal polverone sollevato dal caso della positività di Sinner al Clostebol. Mentre il tennista numero uno al mondo, scagionato da un tribunale indipendente, cerca di concentrarsi sull'ultimo Slam stagionale, fioccano le prese di posizione in merito alla vicenda di colleghi e addetti ai lavori. Tra queste anche quella di un tennista che conosce molto bene Sinner, ovvero Griekspoor. L'olandese ha esternato le sue perplessità sul modo in cui è stata gestita la vicenda, parlando di una situazione fumosa.

Griekspoor crede nell'innocenza di Sinner nel caso Clostebol ma i dubbi non mancano

Per il 28enne numero 40 ATP, Jannik è una vera e propria bestia nera in virtù dei 5 ko in altrettanti incontri. Una situazione che gli ha permesso di confrontarsi più volte con l'azzurro e di capire come a suo dire, sia difficile dubitare della sua buona fede e dell'essere stato vittima di una leggerezza dei componenti del suo team, poi silurati. Griekspoor infatti ha chiarito a NOS: "Non credo che abbia preso nulla. Non penso che sia la persona giusta per fare una cosa del genere".

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Griekspoor vede del fumo nella gestione del caso Sinner-Clostebol

Pur riconoscendo dunque l'innocenza di Sinner, Griekspoor vede degli aspetti poco chiari nella vicenda e non usa mezzi termini: "Naturalmente potrei sbagliarmi terribilmente, ma non ne ho la minima idea. Dove c'è fumo, c'è fuoco. È semplicemente molto strano il modo in cui è stato gestito il suo caso". Entrando poi nello specifico ecco l'allusione tutt'altro che leggera: "Sinner ovviamente porta tanti soldi e anche le due più grandi figure dell'ATP sono italiane". Un riferimento al presidente dell'ATP Andrea Gaudenzi.

Disparità di trattamento tra Sinner e altri tennisti fermati a lungo

Le perplessità del giocatore oranje nascono dalla presunta disparità di trattamento tra Sinner e altri giocatori prima di lui. Questi ultimi sono stati fermati preventivamente per un periodo molto più lungo: "Ci sono giocatori, come Halep , che devono aspettare due o tre anni e a Sinner è stato permesso di continuare a giocare ed ora è libero... Semplicemente non può essere il caso. Che tu sia il numero 1 al mondo o il numero 500, tutti dovrebbero essere trattati allo stesso modo."

In realtà lo stesso Sinner ha fugato ogni dubbio su questo argomento nella prima conferenza stampa dagli US Open. Il suo mancato stop prolungato è dovuto al fatto di aver ricostruito subito quanto accaduto e in particolare il modo in cui è entrato a contatto con la sostanza galeotta. Una situazione che gli ha garantito la possibilità di continuare a giocare durante l'attesa del verdetto: "Sapendo che era lo spray e sapendo anche come è finito nel mio corpo , siamo tornati immediatamente da loro, e abbiamo spiegato come è successo, e questo è stato il motivo per cui ho avuto la possibilità di continuare a giocare. Quindi questo è molto importante: fare questo processo,  farglielo sapere, e loro l’hanno capito subito. Hanno creduto in me e in noi, e per questo ho potuto giocare".

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