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Tour de France 2024

Pogacar polverizza il record sul Galibier, ma è in discesa che fa il mostro: velocità spaventosa

La vittoria di Pogacar nella 4a tappa del Tour che vedeva la scalata e lo scollinamento dal mitico Galibier ha numeri pazzeschi che dimostrano la grandezza dell’impresa dello sloveno. In salita ha spazzato via ogni primato precedente e in discesa ha fatto ancor più la differenza toccando velocità a dir poco vertiginose.
A cura di Alessio Pediglieri
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Tadej Pogacar è il nuovo re del Tour de France dopo l'arrivo sulle Alpi francesi della quarta tappa. Una prova che ha dimostrato la prepotente forza del campione sloveno che ha fatto la differenza alla prima vera occasione: l'ascesa del mitico Galibier con i suoi oltre 2.600 metri d'altezza. Ma se in salita ci si aspettava un Pogacar in grandissima forma, ciò che ha stupito tutti è quanto ha fatto nella discesa finale, in una picchiata di 18 chilometri in cui ha toccato velocità assurde.

Il ciclismo moderno è sempre fatto più di numeri, tempi, watt. Tutto passa attraverso un cronometro, un tempo, una potenza lasciando sempre meno spazio alla spontaneità dei ciclisti "teleguidati" da ammiraglie e computerini che ne dettano le varie situazioni. A volte si esagera ma in questo caso i numeri raccontano alla perfezione l'impresa di Pogacar alla quarta tappa del Tour, che ha visto le prime Alpi e montagne impegnative tra cui l'iconico Galibier, un over categoria che da sempre ha scritto pagine storiche della Grande Boucle.

La salita di Pogacar sul Galibier, mai nessuno come lui

Per capire la grandezza dell'impresa di Pogacar bisogna far parlare ancora i numeri, che dicono che lo sloveno ha scalato il Galibier con una andatura prima mai sostenuta da nessun altro. A confronto con le scalate precedenti il divario è impressionante: lo sloveno ha chiuso in vetta in poco meno di 21 minuti (20'46"), percorrendo gli 8.1 chilometri ad una pendenza media del 7% meglio di tutti a una media di 24,85 km orari. Prima di lui c'erano tempi importanti, restando tra coloro che toccarono almeno i 21km/h. Come quello di Franch Schleck, professionista dal 2003 al 2016, puro scalatore capace di vincere in carriera l'Amstel Gold Race, il Tour de Suisse e due tappe al Tour de France. Lui nel 2011 chiuse sul Galibier in 23 minuti e 34″ (21.86km/h). Meglio del lussemburghese fece Nairo Quintana: nel 2019 il "Condor colombiano" arrivò in cima in 22:23 (23km/h). Straordinaria anche l'impresa nel 2022, del sudafricano Louis Meintjes che si prese il GPM in 23:47 (21.73km/h). Tutti tempi straordinari, ma nulla in confronto con quanto espresso da Pogacar. 

La discesa di Pogacar dal Galibier: velocità da capogiro

Se in salita tutti si aspettavano lo scatto imperioso di Poagacar, puntualmente avvenuto, pochissimi si aspettavano che la vera differenza venisse fatta in discesa. Pogacar ha scollinato con una decina di secondi che poi sono diventati via via 15, 20, 30 lungo il pendio lunghissimo e tecnico del Galibier: una picchiata costante di quasi 18 chilometri percorsi in modo perfetto dallo sloveno mentre dietro, Vingegaard ed Evenepoel perdevano inesorabilmente terreno.

Anche in questo caso a far parlare della prodezza di Pogacar sono ancora i numeri espressi in discesa. Da solo, lo sloveno ha percorso la discesa ad una media oraria di 63,7 chilometri toccando picchi da quasi 90 (89 km/h per l'esattezza). Una velocità espressa che il secondo alle sue spalle, Jonas Vingegaard non è riuscito a tenere, pur provandoci, con una media di 62 km/h. Ancora più in ritardo Evenepoel che ha usato molto di più il freno. Ovviamente per il danese della Visma, vincitore degli ultimi due Tour e per il capitano della Soudal nonché campione del mondo a cronometro, ha pesato tantissimo la terribile caduta al Giro dei Paesi Baschi, che ancora non è stata del tutto superata.

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