Un Posto al Sole, Lara fa del male al figlio: “Spiegare al pubblico la sindrome di Münchhausen”
In questi giorni si parla molto di Un Posto al Sole, la soap trentennale di Rai3 che continua a tenere incollati allo schermo milioni di persone ogni sera. Nelle ultime puntate il personaggio di Lara Martinelli, interpretata da Chiara Conti, sta attuando delle strategie perverse pur di riconquistare l'amore di Roberto Ferri (interpretato da Polizzy Carbonelli) per strapparlo alla moglie Marina (Nina Soldano). Oltre a fargli credere di aver portato in grembo suo figlio, un bambino che in realtà ha di fatto comprato, intende metterlo in allarme sulle condizioni di salute del bambino, mentre in una scena in cui versa delle gocce nel biberon si capisce che a fare del male a Tommaso sia proprio lei.
Una dinamica che, per quanto possa inscriversi nella logica narrativa del personaggio negativo che tenta di rovinare uno dei protagonisti intromettendosi nella sua vita, ha una chiave di lettura di tipo medico che in queste ore è stata segnalata da Paolo Siani, primario di Pediatria al Santobono, che attraverso un post sui social rileva nel comportamento del personaggio di Lara i tratti tipici della Sindrome di Münchhausen. Così scrive Siani:
Gli autori della puntata del 3 maggio di “un posto al sole” hanno affrontato un tema molto complesso, una patologia rara in campo pediatrico, la Sindrome di Münchhausen per procura. Si tratta di un disturbo mentale che affligge per lo più donne madri che le spinge ad arrecare un danno fisico al figlio/a per attirare l’attenzione su di sé.Gli spettatori della straordinaria fiction della rai creata da Giovanni Minoli nel 1994 e seguita da oltre due milioni di telespettatori , sanno che è la mamma a procurare la malattia del bambino ( perché si fa vedere che somministra un farmaco nel biberon) e quindi fa sembrare che la diagnosi sia facile.Invece non possono sapere, i telespettatori, che la diagnosi di Sindrome di Münchhausen per procura è molto lunga e complessa e il tempo medio per arrivare alla diagnosi è di circa 6 mesi, ed è frequente il fenomeno del medical shopping e i medici, di qualsiasi ospedale in qualsiasi parte del mondo, restano essi stessi vittime dell’ inganno del genitore abusante.L’idea che il malessere del bambino sia procurato dalla madre risulta sempre insospettabile, in quanto queste madri sono sempre , premurose, costantemente presenti e attente nel prendersi cura della salute dei figli.I medici, tutti i medici, sono costretti a fare innumerevoli indagini per arrivare alla diagnosi in quanto i sintomi non sono caratteristici di malattie conosciute e questo confonde i pediatri e gli altri clinici e li induce ad ulteriori accertamenti.
Quindi l'ex deputato Pd sottolinea l'importanza di spiegare nel dettaglio questo riferimento, invitando i fatto la produzione di Un posto al sole a mettere al corrente il pubblico: "Ecco tutto questo dovrà essere spiegato ai telespettatori nelle prossime puntate, e siamo certi che sarà fatto conoscendo la bravura e la sensibilità degli autori, anche perché i medici dell’ospedale pediatrico napoletano conoscono molto bene questa sindrome".