Con 168,7 milioni di ore viste nel mondo in meno di una settimana, The Night Agent è il terzo miglior debutto per una serie su Netflix (in vetta resta Mercoledì, seguita da Dahmer). Difficile prevedere questo successo, data l’assenza di grandi nomi nel cast e la mancanza di un lancio pubblicitario ad hoc. Un vero e proprio colpo di scena per questo thriller spionistico tratto dall’omonimo romanzo di Matthew Quirk e attualmente nella top 10 di 93 Paesi, Italia compresa dove si piazza al primo posto. Ideata dallo showrunner di The Shield, qual è il segreto dell’innegabile successo di The Night Agent? Forse, al netto degli intrighi che condurranno lo spettatore fino al cuore della Casa Bianca, la formula vincente sta nella semplicità della struttura: fin dal primo minuto siamo davanti a un procedurale standard che mantiene ciò che promette senza particolari picchi ma nemmeno roboanti collassi.
Partiamo dalla trama: l’ombroso protagonista Peter Sutherland (Gabriel Basso) è un agente confinato al turno di notte in un mesto ufficio dell’FBI, attacca alle 20 e stacca alle 4 del mattino. Il suo compito è quello di rispondere a un telefono fisso che, però, non squilla mai. Annoiato quanto basta ma grato di non essere stato buttato fuori a calci, è finito in questo limbo per via di un passato poco limpido e che chiede, tramite numerosi flashback, di essere chiarito quanto prima. Alla fine, seppur contro ogni pronostico, una chiamata arriverà davvero e il giovane si ritroverà coinvolto in un’avventura di (contro)spionaggio in cui vige un’unica regola, anzi due: non fidarsi di nessuno e proteggere a costo della vita la bellissima e sfortunata Rose Larkin (Luciane Buchanan), a sua volta catapultata in un Sottosopra che le capovolge fin da subito esistenza e certezze. Se vi sembra di aver già sentito ogni elemento di questa storia, siete in buona compagnia. Eppure.
Eppure The Night Agent sta ipnotizzando il mondo intero. Non è né più né meno di una classica serie da generalista. Come le puntate di C.S.I. nel preserale di Italia 1. Però, in replica. I dialoghi procedono con tantissime domande e ben poche risposte, di losca situazione in losca situazione. Non mancano certo gli inserti riepilogativi in cui un personaggio fa il punto degli eventi fino a lì, nel caso in cui lo spettatore si fosse perso qualche passaggio. A riequilibrare il tutto, inseguimenti e scene action piuttosto adrenaliniche e ben girate, insieme a una coppia di villain davvero spietati.
Fin dal loro ingresso catalizzano l’attenzione compiendo un numero esorbitante di reati al minuto. Il tutto con la nonchalance di due elegantissime carogne senza scrupoli. A ogni mossa, sembra di vederli camminare al rallenty con un’esplosione alle spalle. Per mimetizzarsi tra i civili e continuare a dare la caccia al protagonista con dama al seguito, raccontano qualsiasi tipo di backstory assurda, ma hanno abbastanza convinzione da riuscire a prendere in contropiede e intortare i malcapitati che si trovano davanti. E che avranno, in genere, vita assai breve. Se vi dicessimo i loro nomi, faremmo spoiler. Quel che è certo è che urge fin da ora uno spin-off sulle malefatte di questi due.
The Night Agent è, in definitiva, un comfort thriller che si lascia seguire senza richiedere troppa attenzione per comprenderne trama e sviluppi. Gli amanti del genere potrebbero rimanerne delusi, mentre chi ha palati meno esigenti, troverà in questa serie il perfetto binge-watching per una serata in compagnia di Netflix e timidi plot twist che traghettano in serenità verso le braccia di Morfeo. The Night Agent sta al thriller puro come La Casa di Carta al crime appassionante. Chi la amerà, non potrà più farne a meno mentre orde di detrattori continueranno a domandarsi come mai abbia così tanta presa sul pubblico mainstream. Il segreto, forse, sta nella linearità di una trama che avvince senza mai sconvolgere. Un po’ poco per molti, ma quanto basta per tutti. Non a caso, Netflix ne ha già annunciato una seconda stagione. Nuovi piccoli, confortevoli brividi in arrivo. Sempre dal solito divano.