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Opinioni

Sopravvissuti su Rai 1: più che Lost all’italiana è il remake mistery di Love Boat

Sopravvissuti, la nuova serie di Rai 1 con Lino Guanciale, non decolla: il mistero del naufragio dell’Arianna rimane in secondo piano rispetto agli amorazzi dei personaggi. Se l’intenzione era quella di proporre un progetto diverso dal solito, lo spettatore si ritrova purtroppo sempre sulla stessa barca.
A cura di Grazia Sambruna
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Un bluastro ragno in cgi (computer grafica, ndr) ottosgambetta su per la trave di legno malconcia della naufragata imbarcazione Arianna, fino a condurci a un barbuto Lino Guanciale che grida "Aiuto!". Si è, improvvisamente, ritrovato di nuovo sul set di Noi, il remake de' noantri di This is Us cancellato alla prima stagione? No, l'attore qui sta dando vita alla prima scena di Sopravvissuti, un progetto altrettanto ambizioso partito su Rai 1 lunedì 3 ottobre, dopo varie e misteriose posticipazioni di messa in onda. "Un incrocio tra Lost e Homeland", così aveva sparato alto lo stesso Guanciale nel corso della conferenza stampa per descrivere questa produzione che, girata a Genova, sarà trasmessa anche in Francia e in Germania. Ora che le prime due delle sei puntate previste sono andate in onda, per altro in contemporanea con la serata finora più discussa e attesa del Grande Fratello Vip a causa del caos Marco Bellavia, cosa possiamo dire di Sopravvissuti? Che se il buongiorno si vede dall'alzabandiera, rassomiglia più a Love Boat che a Lost. 

Dodici persone si imbarcano sull'Arianna per un viaggio di beneficenza, ma una tempesta perfetta con tromba d'aria talmente potente da avere probabilità di verificarsi "solo una volta su un milione" si mette di traverso e tutti spariscono dai radar. Scomparsi nel nulla per un anno intero, è proprio 365 giorni più tardi che ne vengono recuperati sei al largo delle coste venezuelane. Degli altri, nulla si sa. Anche perché i superstiti paiono aver concordato una versione dei fatti riguardo al naufragio tesa a nascondere qualcosa di ancora più scioccante rispetto a ciò che ripetono a pappagallo a famigliari e inquirenti. Cos'è successo davvero? Dopo due ore di visione, la risposta media dello spettatore non può che essere, purtroppo, un corale "chissenefrega". Vediamo cosa non funziona e perché Sopravvissuti sembra mettercela tutta per far naufragare l'interesse di chi tenta di seguirla.

Il progetto è frutto della prima edizione del Master di Scrittura Seriale organizzato da Rai Fiction e ricade nello stesso errore, tipicamente italiano ma alle volte non solo, che falcidia il genere mistery: il "bisbigliese". La recitazione non è certamente pessima, anzi, è assurdo doversene stupire ma l'intero cast dimostra un buon livello di interpretazione. Purtroppo, però, evidentemente per una scelta stilistica, ogni battuta è detta a mezza voce per alimentare un tanto estenuante quanto superfluo senso di sintomatico mistero di scena in scena. Pure in quelle precedenti allo sciagurato imbarco, quando i personaggi ancora non sanno di andare incontro a un indecifrabile destino. Perché? Perché la sceneggiatura è sopraffatta dall'ansia di rimarcare la propria natura misteriosa e criptica. Poco importa se mostra un adorabile quadretto famigliare, il tono di voce dei coinvolti deve essere cupo e le inquadrature oblique perché c'è molto da scoprire anche sotto questo sole. Pssst, non cambiate canale. Nel frattempo, amorazzi.

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Amorazzi, sì. Perché chi è rimasto a casa orfano dei naufraghi, ha pianto, si è disperato ma poi, messa una croce sul caro scomparso, magari ha iniziato una nuova vita, anche sentimentale. In altri casi, le tensioni erano già evidenti il giorno della partenza e, grazie a svariati flashback, possiamo apprezzare come pure a bordo dell'Arianna ci fossero gelosie, triangoli e limoni infingardi. Una geometria sentimentale sicuramente interessante ma che, almeno per il momento, occupa più spazio rispetto al mistero del naufragio: il riccone anziano con la bellissima fidanzata che potrebbe essere sua figlia e che forse ha mire porcine più giovanili, il marito che cornifica la moglie con la sorella di lei e la cosa salta fuori a bordo per via di un selfie con conseguente scenata à la CentoVetrine, tutti nascondono qualcosa e per alcuni i nodi, ossia le corna, saltano al pettine subito. Love Boat.

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Se uno dei veri misteri della serie è come mai, non dubitiamo che la mutazione possa essere spiegata nelle prossime puntate, il ragazzino occhialuto che parte con mamma e papà se ne torni a casa un anno dopo con le fattezze di un venticinquenne, rimane il fatto che non sia solo l'Arianna a scricchiolare verso il naufragio in Sopravvissuti. Se la serie fosse un'imbarcazione, avrebbe evidenti problemi di rotta come la storia ne ha nel trovare i propri toni e intenzioni. La prima puntata non poteva che essere di presentazione dei personaggi (dodici, più i famigliari a casa, impresa ardua ma riuscita). Dopo i biglietti da visita, però, era urgente che scendesse in campo un po' di azione. Non succede, non troppo. A meno che non si voglia tener conto del cagnolone morto di noia tra le braccia di Guanciale in chiusura dell'episodio due. E forse è proprio lui, il cane che spira, non Guanciale, il personaggio per cui riusciamo a provare più empatia.

Pronti a essere smentiti dalle prossime puntate, per ora di Sopravvissuti si può plaudere l'intenzione di fare qualcosa di diverso rispetto alle scelte narrative, comunque di successo, delle fiction Rai degli ultimi tempi. Ciò non basta, però, di mistero pigro in mistero pigro a farla rimanere nel radar della nostra attenzione. In questo senso, sì, Sopravvissuti è assolutamente "Lost". 

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Sto scrivendo. Perennemente in attesa che il sollevamento di questioni venga riconosciuto come disciplina olimpica.
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