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Sex Education 4, la recensione: il sesso cede il passo all’amore e all’inclusività

Sex Education 4, dal 21 settembre su Netflix, è un inno all’inclusività e all’amore in tutte le loro forme. Una rappresentazione della comunità LGBTQIA+ più reale a sincera che mai. E il sesso? C’è, ma fa soltanto da sfondo. E Otis Milburn lo sa benissimo.
A cura di Elisabetta Murina
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Dimenticatevi le altre tre stagioni. Sex Education 4, disponibile su Netflix dal 21 settembre, è una "clinica del sesso 2.0". Anzi, addirittura una versione ancora più aggiornata in cui il sesso fa soltanto da sfondo. Ogni personaggio cerca la sua strada e ha la sua storia da raccontare: Otis, Eric, Maeve, Aimee, Adam.

Otis Milbourn si trasferisce al Cavendish College per il suo ultimo anno di liceo. Un ambiente totalmente diverso dal Moordale in cui la voglia di inclusività appare fin da subito evidente. Ogni personaggio ha una sua storia, è diverso dagli altri, eppure sembra esattamente al suo posto. Ci sono Abbi e Kent, coppia trans, attenta alle apparenze ma con insicurezze ben più profonde. C'è O, terapeuta sessuale, che nasconde a chi la conosce il suo essere asessuale. C'è poi Call, alla ricerca della sua identità di genere, Vivienne intrappolata in una relazione tossica, Isaac e la sua disabilità, che diventa un suo punto di forza. Insomma, una rappresentazione più attuale che mai, completa e sfaccettata, della comunità LGBTQIA+. Omosessualità, transessualità, appartenenza di genere vengono portate sul piccolo schermo contemporaneamente in appena otto episodi, senza dimenticare che i protagonisti sono adolescenti all'ultimo anno di liceo. Tutto appare naturale, privo di stereotipi e, perché no, anche una fonte di ispirazione per chi non trova il coraggio di essere chi vorrebbe essere davvero.

Isaac
Isaac

In tutto questo c'è però un grande rischio: l'esagerazione. Viene da chiedersi se forse non sia stato un po' troppo cercare di far rientrare tutto in un'unica stagione. È un po' come quando in una ricetta sbagli a bilanciare gli ingredienti: il risultato ti piace, lo mangi volentieri, ma non sei del tutto soddisfatto. All'interno dello stesso episodio si passa da una "micro storia" all'altra, a volte troppo velocemente, quando invece ognuno di loro meriterebbe un intero capitolo.

E il sesso? C'è, ma sempre meno. Se prima tutto girava intorno ai consigli da mettere in pratica durante l'intimità e alle esperienze a letto, ora il focus sono le relazioni e l'amore, in tutte le sue sfaccettature, da quello tra persone dello stesso sesso a quello per sé stessi, da quello di una mamma a quello di una persona che vive lontana. E Otis ne sa decisamente qualcosa. Più maturo rispetto al passato, si trova a gestire la madre Gillian che soffre di depressione post partum e la relazione a distanza con Meeve, in America per inseguire il suo sogno di diventare una scrittrice. Si dice che l'attesa aumenti il desiderio e per loro mai frase fu più azzeccata. Gli addii non sono semplici, ma a volte sono l'unica strada possibile.

Maeve
Maeve

Forse sarà la colonna sonora, o magari l'evoluzione dei personaggi, ma alla fine degli episodi si prova una sensazione di malinconia, quasi una stretta al cuore. È un cerchio che si chiude alla perfezione (no, non ci sarà una quinta stagione) senza lasciare nessun personaggio in sospeso. La fine dell'ultimo anno di liceo si avvicina e tutti sembrano arrivarci con più consapevelozza. La speranza è che ci siano sempre più serie in grado di raccontare così bene la diversità e la sessualità, in tutte le loro forme. "Siamo molto diversi e non ne parliamo mai", dice Eric a Otis. Invece Sex Education ne ha parlato eccome, quindi grazie.

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Giornalista professionista, classe 1997. Scrivo per l'area Spettacolo di Fanpage.it dal 2021. Ho conseguito il Master in Giornalismo e svolto un periodo di praticantato nella redazione di Tgcom24.
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