Sergio Castellitto: “Il generale Dalla Chiesa era sopportato a stento da tutta la classe politica”
Dopo le grandi polemiche per il rinvio a data da destinarsi della fiction che lo vede protagonista, complici ragioni elettorali, Sergio Castellitto parla a "Sette" del Corriere della Sera e dice la sua sul personaggio del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa che è andato a interpretare per la fiction che andrà in onda in quattro serate su Rai1, passate le elezioni: "Ho sempre avuto l’impressione che fosse sopportato a stento dalla classe politica. Lui fu un eroe ingenuo e non si mise al riparo".
Le parole di Sergio Castellitto
Sergio Castellitto ha spiegato che uno dei motivi per cui ha voluto interpretare questo personaggio così importante per la storia del nostro Paese, è stato per spiegarlo a suo figlio Cesare, oggi adolescente:
Chi era? Me lo ha chiesto anche mio figlio Cesare. Gli ho risposto così: era un servitore dello Stato. Come Falcone, Borsellino, Chinnici, come tanti poliziotti, carabinieri, magistrati uccisi dai poteri criminali. Dalla Chiesa apparteneva alla schiera degli uomini animati da un forte senso del dovere e da una discrezione che sembra una bestemmia, in questi tempi smodati. Le persone come lui sono motori che non si costruiscono più. Non facevano battute e credo che oggi non userebbero Twitter o Instagram. Il loro linguaggio era il silenzio, lo studio, il lavoro. Ha combattuto il banditismo, il terrorismo, la mafia. Dove c’era l’illegalità arrivava lui per contrastarla. Un Avenger della giustizia, se dovessi spiegarlo a un adolescente di oggi.
Il Generale Dalla Chiesa e la politica
In questo virgolettato c'è il riferimento al Generale Dalla Chiesa osteggiato dalla classe politica di quel tempo. Oggi la sua fiction non va in onda per ragioni elettorali: è il padre di Rita Dalla Chiesa, candidata con Forza Italia. Per queste ragioni, ci sono state tante polemiche e dubbi, come quelli sollevati dal fratello di Rita Dalla Chiesa, Nando Dalla Chiesa: "Mia sorella è già famosa" ha detto a Oggi, "non ha bisogno di altra pubblicità". Queste invece le parole di Sergio Castellitto:
Ho sempre avuto l’impressione che Dalla Chiesa fosse al massimo sopportato da buona parte del sistema politico del tempo. Che alcuni dei governanti di allora sapessero che ci si doveva affidare a lui ma avessero timore proprio del suo rispetto per lo Stato che era, in primo luogo, senso di responsabilità e autonomia. Quando chiedeva poteri speciali nelle sue funzioni non lo faceva per vanagloria, ma perché sapeva che era quella la condizione per fronteggiare l’onnipresenza della politica e la sua tendenza a condizionare, frenare, deviare.