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Sbagliata ascendente leone, la vita di Emma Marrone: altissimo il rischio empatia

Emma Marrone, alla prova del docu-film Prime Video fa ciò che promette: regala una versione di se stessa grintosa, emozionale e verosimile. Sincerità per sincerità, però, non si può fare a meno di contare più di un’omissione che, in fin dei conti, in parte relega il progetto alla categoria fanservice.
A cura di Grazia Sambruna
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Sbagliata ascendente leone è il titolo di un nuovo docu-film Prime Video a piede libero sulla piattaforma da martedì 29 novembre. Le telecamere del progetto hanno seguito Emma Marrone negli ultimi due anni e mezzo della sua vita, ma ciò non significa che non siano presenti digressioni varie ed eventuali sul passato dell'artista. Oramai siamo abituati: dopo Sferaebbasta, Tiziano Ferro, Laura Pausini e Mahmood, è come se i cantanti nostrani facessero a gara per raccontarsi in streaming, con più o meno filtri. Pur facendo felici i fan di ciascun artista, molti vedono queste uscite, quando va bene, come una specie di tassa, se non proprio qualcosa da sbertucciare senza nemmeno dare un occhio perché: "Ecco, ci risiamo". Il docu-film su Emma Marrone è un musicarello che riesce ad alzare l'asticella oppure si colloca nella categoria del mero fanservice? Questa è la domanda a cui tenteremo di dare una risposta.

In Sbagliata ascendente leone, Emma incarna tutte le battaglie in cui si impegna dentro e fuori dai social, fortunatamente, senza indulgere troppo nel comizio. Per esempio, si mostra struccata appena uscita dal letto al mattino senza problemi, ma non sottolinea "il coraggioso gesto" a parole, come tanto si usa nella maggior parte delle caption Instagram ad hoc. Gliene siamo grati. Una lunga parte di minutaggio è dedicata alla sua lotta contro la malattia, tumore a utero e ovaie, che l'ha colpita sin da giovanissima quando, ben prima di Amici di Maria De Filippi, aveva messo su una band di cui era vocalist e sembrava che le cose, per il gruppo, stessero cominciando a girare per il meglio. Poi, l'inaspettata sentenza. Chi conosce bene la storia della cantante lo sa, questa sarà solo la prima di tutta una serie di ostacoli che metteranno a repentaglio la salute dell'artista, tra periodi di relativa quiete e terribili ricadute dal tempismo ferale.

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"Mi sento la ragazza più fortunata del mondo perché sono ancora viva", racconta Emma, dopo essersi commossa rivelando che nell'ultimo, recente, intervento, si è vista costretta all'asportazione dell'ovaia che le era rimasta. "L'ho accettato", dichiara, certamente non a occhi asciutti. Alla luce di questa narrazione, fuor di dubbio dolorosa, che fa in qualche modo da fil rouge all'intero docu-film, Emma risulta, tanto per cominciare, meno stucchevole di molte altre quando ringrazia infinitamente i propri musicisti prima di salire sul palco a esibirsi o mentre parla di donne e di prevenzione, temi per cui da sempre si batte: la cognizione di causa che, suo malgrado, possiede, è evidente.

C'è, tuttavia, un'aura quasi messianica che permea l'intero progetto. Predestinata à la Neo di Matrix, Emma, nonostante le mille difficoltà, procede verso il successo e non lo racconta con autocompiacimento, semplicemente, è andata così. Senza fronzoli. Anche la regia volutamente spartana aiuta a conferire questo senso di pragmatismo: mentre la cantante parla di sé è sempre ripresa in strettissimo primo piano, ma di tre quarti: è la sua faccia che abbiamo davanti, a distanza ravvicinatissima. Un tipo di inquadratura piuttosto pericolosa, perché renderebbe subito evidenti le emozioni a secco. Non ce ne sono.

Se la Pausini in Piacere di conoscerti, il docu-film sulla sua vita, addirittura si sdoppia presentandoci se stessa e una versione di Laura per come le sarebbe andata la vita se non avesse trionfato a Sanremo, in Sbagliata ascendente leone Emma è una e una soltanto. La narrazione risulta sincera, diretta, del tutto verosimile. Altissimo, da fan o neofiti, il rischio empatia.

Ma è una narrazione non certo priva di omissioni. Oltre a quelle riguardo alla propria vita privata che, dopotutto, non è tenuta per legge a raccontarci, ne sussistono anche altre, forse più salienti. Largo spazio viene giustamente dato all'esperienza di Amici, anche perché senza quella vittoria non sarebbe dove è oggi o ci sarebbe arrivata in modo diverso. Visto che i flashback ci sono, dunque, un po' stona vedere come una donna così aperta nel raccontare le sorti alterne della propria esistenza e carriera, glissi totalmente su alcune tappe meno fortunate: in primis, l'Eurovision 2014 quando si presentò con il brano La mia città posizionandosi al ventunesimo posto e con un outfit, per altro confezionatole da Nick Cerioni, oggi stylist guru per tutti i più celebri artisti da Jovanotti ai Maneskin, che le aveva attirato non molti consensi.

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Il racconto basato sulla sincerità tralascia qualche reference ai momenti meno brillanti della sua carriera, quelli fisiologicamente sgualciti come i passaggi dalle vendite platino a quelle oro, che un po' tutti gli artisti tendono a tralasciare senza motivo. Spazio, invece, al suo essersi reinventata come attrice, esordendo con il primo ruolo di rilievo in A casa tutti bene, la serie Sky di Gabriele Muccino. Per altro, fu bravissima in quella parte e il cinema ancora oggi continua, a ragione, a tallonarla.

Chi c'era quando Emma cominciò a muovere i primi passi nel mondo dello spettacolo, sicuramente si sarebbe divertito a ricordare gli "Stemmini", così si facevano chiamare i fan della relazione tra lei e Stefano De Martino che, come ben sappiamo, poi prese la via dell'Argentina. In compenso, Emma con Sbagliata ascendente leone è forse la prima a mostrarsi senza filtri, anche mentre lavora: molto intensa, la scena in cui, appena finito un concerto si butta su un divano nel dietro le quinte e comincia a piangere a dirotto. Non è triste. Semplicemente, da pubblico siamo abituati a vivere l'emozione di un live dal nostro punto di vista. Più difficile, immaginare il magma di sensazioni che stravolgono un cantante sul palco. Anche quando lo vediamo emozionarsi da lì sopra, sembra sempre un po' una posa. Invece, qui risulta chiaramente, potrebbe non esserlo, non in ogni caso.

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La botta emotiva assale entrambi i fronti, allo stesso modo. Interessante, anche, vedere tecniche e strumenti, alle volte esteticamente poco "Instagram", con cui si prende cura della propria voce oppure vederla inseguire le parole da inserire in un testo, partendo da "respiro" e finendo a "esorcismo", giocosamente privata di ogni speranza di uscire viva da quel maledetto verso. Sbagliata ascendente leone, rispetto a tanti altri docufilm, ha davvero una storia da raccontare e, nonostante alcune sostanziali omissioni, è il progetto più onesto e sincero tra quelli finora usciti.

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Sto scrivendo. Perennemente in attesa che il sollevamento di questioni venga riconosciuto come disciplina olimpica.
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