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Rocco Schiavone non si fa sabotare, per Marco Giallini il pieno di ascolti nonostante le polemiche

La serie con Marco Giallini tratta dai racconti di Antonio Manzini riparte da oltre 2 milioni di spettatori, dimostrando una solidità scevra dai condizionamenti delle polemiche e dall’ostracismo politico, che Schiavone ha dovuto affrontare sin dalla prima stagione, quando chi lo osteggiava non era nemmeno al governo.
A cura di Andrea Parrella
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Quando i prodotti funzionano non c'è boicottaggio che tenga. Si era parlato molto, nei giorni scorsi, dello scarso sostegno della Rai alla quinta stagione di Rocco Schiavone, uno dei migliori prodotti Rai degli ultimi anni, al centro di polemiche di stampo politico sin dal suo debutto per quei tratti politicamente scorretti del personaggio interpretato da Giallini. Burbero, scontroso, ma soprattutto legato a quella abitudine delle canne che aveva attirato da subito contestazioni da una certa area politica, come lo stesso Giallini aveva raccontato giorni fa. Quella che oggi si trova al governo e che, stando alle cronache circolanti nei corridoi Rai nelle ultime settimane, avrebbe generato un clima di silenzio attorno al ritorno di Rocco Schiavone in quanto titolo poco gradito.

Se infatti i successi e i titoli forti portano al classico gioco del salto sul carro dei vincitori, Schiavone sembra essersi trovato al centro di un sostanziale tentativo di sabotaggio, una specie di silenzio avrebbe accompagnato il lancio di questa quinta stagione, che invero ha avuto un'importante spinta pubblicitaria e, soprattutto, alla prova degli ascolti ha confermato una forza lampante e indipendente da condizionamenti: 2.170.000 spettatori pari all’11.8% di share per la serie tratta dai racconti di Antonio Manzini. Un risultato sostanzialmente in linea rispetto al debutto della precedente stagione, ma numeri notevoli e in controtendenza se legati al contesto di questa stagione televisiva.

Di fatto Rocco Schiavone non si fa impallinare, dimostra di avere un seguito consistente, un personaggio forte di uno spessore e una caratura che viaggiano su frequenze indipendenti, con un pubblico che non sembra lasciarsi condizionare dalle classiche logiche del battage pubblicitario. Una fortuna rara che pochi prodotti televisivi in questo momento possono vantare, la dimostrazione che personaggi come Schiavone, quelli che possiedono una struttura solida, stanno in piedi da soli anche quando cambia il vento, a basse temperature. Basta un loden che copra bene.

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"L'avvenire è dei curiosi di professione", recitava la frase di un vecchio film che provo a ricordare ogni giorno. Scrivo di intrattenimento e televisione dal 2012, coltivando la speranza di riuscire a raccontare ciò che vediamo attraverso uno schermo, di qualunque dimensione sia. Renzo Arbore è il mio profeta.
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